L’ex sindaco De Magistris: “Ieri allo stadio Maradona è stato commesso un errore”

A Radio Punto Nuovo, nel corso di “Punto Nuovo Sport Show”, è intervenuto l’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris per parlare delle ultime notizie in casa Napoli. Di seguito quanto evidenziato:

Un errore non far entrare lo striscione dei tifosi del Napoli ‘No alla guerra’. La guerra per fortuna è un evento talmente drammatico che accade raramente nella storia. Ci sarei rimasto male se nessun tifoso avesse pensato di portare uno striscione contro la guerra. Lo striscione poteva entrare e doveva entrare. Dobbiamo aumentare la mobilitazione popolare per la pace contro la guerra. Gli stadi hanno influenza positiva di uno schieramento contro la guerra, come accaduto in questo caso”.

Troppo rigore? Esiste una regola formale e l’impeccabilità del comportamento del funzionario e poi il buonsenso. Ho fatto il magistrato per tanti anni, questo è uno di quei casi in cui si agisce indipendentemente da quello che dice il protocollo. Stiamo vivendo uno dei momenti più drammatici della storia dopo il dopoguerra. Una guerra nel cuore dell’Europa e i tifosi non stanno andando contro lo Stato o prendendo una posizione politica. È una frase in cui possiamo riconoscerci tutti. Sono grato a quei tifosi che hanno pensato di portare in curva lo schieramento per la pace perché non si può condividere una guerra”.

Stadio Diego Armando Maradona Napoli
FOTO: Stadio Diego Armando Maradona Napoli

“Chi lancia missili e bombe ha sempre torto. È stato un errore non far entrare quello striscione allo Stadio Maradona. ‘No alla guerra’ è un valore universale. Dobbiamo preoccuparci solo se nessun tifoso pensa di non portare uno striscione del genere. Molte volte si fa un’interpretazione troppo rigida, formale e burocratica delle norme, ma spesso il buonsenso ha evitato di far scoppiare guerre sociali. È un atto giusto, quindi legittimo. Fossi stato un funzionario l’avrei fatto entrare. Nessun processo, c’è stato un errore”.

De Laurentiis o De Luca? Parliamo di pace, non di guerra. Mai nessuno è riuscito a intimorirmi. Aurelio ogni tanto agitava, essendo presidente del Napoli pensava magari che mettendomi contro i tifosi mi facesse arretrare. Tra i due, dovendo scegliere, andrei a cena con De Laurentiis. Con De Laurentiis devi pagare tu, lui non paga (ride, ndr). Lui è come le targhe alterne, se lo prendi nel giorno buono alla fine è anche simpatico. Con quell’altro (De Luca, ndr) solo per il ghigno che ha diventa difficile mangiare un piatto di spaghetti con le vongole”.

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