Dopo la cocente eliminazione subita contro il Barcellona, per il Napoli è tempo di voltare immediatamente pagina. Ora si ha (forse) quello che si voleva di più, ossia un’unica competizione su cui concentrarsi. Certo, per “sbarazzarsi” delle altre ci sarebbero modi diversi dai cinque gol presi dalla Fiorentina o dai quattro di ieri sera.
Rimangono dodici partite al Napoli per chiudere al meglio la stagione. Dopo due anni di assenza, ritrovare un posto in Champions League sarebbe già un’ottima base di partenza, sia per i calciatori che, soprattutto, per le casse del club.
È indubbio, però, che in stagioni come questa sia impossibile non alzare un po’ gli occhi, non dare uno sguardo lassù dove, con un’eventuale vittoria dell’Inter a Bologna, la vetta disterebbe appena tre punti.
Il Napoli ha dimostrato che, per essere al meglio, deve poter fare affidamento su tutti i suoi migliori giocatori, ma certo non può essere una colpa. Ieri sera il centrocampo ha sofferto tremendamente e lo ha fatto senza chi, nella prima parte di stagione, lo dominava (Anguissa) e chi, fino a prima dell’infortunio, lo organizzava (Lobotka).
Spalletti dovrà dimostrarsi fenomenale nel cancellare quanto più in fretta possibile i brutti ricordi, sperando anche di recuperare in fretta uomini dall’infermeria.
Per il Napoli comincia il cammino più difficile, ma anche quello che potrebbe portarlo a gioire di più. Si riparte domenica sera in casa dell’ex Maurizio Sarri, contro una Lazio assetata di punti per sperare ancora nel quarto posto ma altrettanto provata dal doppio impegno europeo contro il Porto.