Le parole a caldo di Luciano Spalletti, subito dopo la bruciante sconfitta interna contro il Milan, non hanno bisogno di grandi spiegazioni o interpretazioni: “se non reggi le pressioni devi farti da parte e spostarti un po’ più in là“.
Poco dopo, in conferenza stampa, il tecnico toscano ha risposto in modo stizzito a chi gli chiedesse se le numerose sconfitte al Maradona – già quattro su cinque in Serie A – fossero solo un caso, oppure se ci fosse qualcosa di più profondo da analizzare.
Questo post in breve
Spalletti ha risposto che sì, non si tratta di altro se non di casualità. Allargando il bilancio a tutte le competizioni, però, sette delle nove sconfitte stagionali sono arrivate in casa. E questo è un dato di fronte al quale non si può restare indifferenti.
È il sintomo che, quando sottoposta a pressioni più o meno grandi, ogni tanto il Napoli inciampa. Non è certo la prima volta che succede e, chissà, magari non sarà nemmeno l’ultima.
Ciò che più stupisce, tuttavia, è la ciclicità di questi passi falsi, l’incapacità di piazzare la zampata vincente al momento giusto, guardando sempre gli altri che lo fanno al posto tuo.
Mancano dieci partite alla fine e tre punti di differenza non sono certo una distanza incolmabile, ma rischia di diventarlo presto se il Napoli non impara (e anche in fretta) a “reggere le pressioni”.
Dipenderà molto da quanta voglia ci sarà di smentire tutti e dimostrare che, forse, davvero tutte queste sconfitte interne sono frutto del caso. Quale avversario migliore, per compiere questa missione, dell’Hellas Verona, capace di aprire una ferita che ancora brucia a Castel Volturno?
Una vittoria potrebbe davvero essere la cauterizzazione definitiva per chiudere quella ferita, sperando che, nel frattempo, non se ne aprano altre lungo il tragitto.
Articolo modificato 10 Mar 2022 - 09:12