Sono accuse pesantissime quelle mosse dai magistrati di Mar Del Plata e dai figli di Diego Armando Maradona nei confronti delle persone che hanno accompagnato il Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita.
Secondo Il Mattino, i magistrati hanno accusato Matias Morla – avvocato, manager e titolare del marchio di Diego – e altre otto persone di associazione a delinquere, truffa e circonvenzione di incapace.
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Maradona, infatti, sarebbe stato raggirato e manipolato psicologicamente tramite la somministrazione di alcool, farmaci e marijuana. Tra coloro che dovranno presentarsi negli uffici di Mar Del Plata, oltre a Morla e il collega Victor Stinfale, c’è anche Stefano Ceci, titolare dei diritti di immagine di Diego, e il notaio Sandra Iampolsky, davanti alla quale il diez firmò i contratti in cui cedeva la titolarità dei diritti di immagine e il marchio a Ceci e Morla.
In ogni caso, Iampolsky ha sempre dichiarato come Maradona, al momento della firma, fosse nelle piene facoltà di intendere e di volere.
Accuse molto forti giungono anche da parte dei figli (manca soltanto la firma di Jana, mentre per Diego jr è indicato il numero del passaporto) che, in un comunicato, si scagliano contro gli imputati per aver ridotto il padre “in condizione di servitù, per beneficiare economicamente del reddito generato attorno alla sua figura”. Di seguito il comunicato completo:
“Almeno dalla fine di luglio 2020 e fino all’inizio di novembre, nel quartiere Chiuso Campos de Roca, gli imputati Victor Stinfale, Matias Edgardo Morla, Maximiliano Pomargo, Vanesa Morla, Maximiliano Trimarchi e Carlos Orlando Ibanez hanno ridotto Diego Armando Maradona alla condizione di servitù, limitando i contatti con familiari, amici e parenti, sia di persona che telefonicamente, fornendogli alcool, droghe e marijuana e manipolandolo psicologicamente con diversi doni, con lo scopo di tenerlo sotto il loro potere per beneficiare economicamente del reddito generato attorno alla sua figura”.
Articolo modificato 11 Mar 2022 - 18:22