Ancora una Napoli deve fronteggiare il razzismo. Non sono bastate infatti le polemiche conseguenti alla gara contro il Verona della settimana scorsa, dove ben ricordato da tutti è il brutto striscione esposto dai supporters avversari la sera prima del match, oltre ai soliti cori discriminatori durante la partita.
Stavolta a macchiarsi di questo peccato è addirittura un consigliere comunale della città di Udine, Carlo Pavan. Egli ha protestato sui social per un rigore a sua detta non assegnato a favore dell’Udinese nella partita di sabato contro il Napoli con delle parole però assolutamente inaccettabili: “I soliti ladri meridionali, anche un orbo avrebbe visto quel mani. Ladri”. Il post è stato successivamente rimosso, ma questa mossa non è stata sufficiente a evitare le polemiche.
A livello politico, parte dell’opposizione ha chiesto subito le sue dimissioni. Su questa vicenda ha espresso la sua posizione anche il Club Napoli Udine, attraverso il suo presidente Pietrangelo Chierchia.
Post razzista del consigliere Pavan, la rabbia del Club Napoli Udine
Chierchia in un comunicato pubblicato dal club afferma: “Restituiamo al mittente e alla parte politica di appartenenza, che su questi fondamenti ha costruito le sue fortune, i gratuiti insulti di cui siamo destinatari; lo facciamo non solo in nome esclusivo della nostra identità di popolo, ma di diversi connotati rilevabili dalla sua condotta“.
“Pavan interpreta a modo suo, e in questo ci riesce benissimo, il ruolo del tifoso becero che ha così tanto intossicato il calcio, trasformato gli stadi in arene gladiatorie, vere e proprie zone franche del diritto e delle regole, disilluso gli sportivi autentici, allontanato le famiglie. Nessuna fede sportiva può autorizzare alcuno a oltrepassare i confini della convivenza civile, né può essere il salvacondotto per comportamenti così volgari. Il consigliere comunale Pavan si rende attore di una condotta molto grave: insulta una parte dei suoi amministrati, cittadini e contribuenti. Siamo dunque autorizzati a pensare di poter essere discriminati ogni qualvolta egli si trovasse di fronte a compiere scelte politiche correlate al suo ruolo. Pessimo esempio di quello stile e condotta, desiderata austera e laica, che dovrebbe invece connotare un amministrare pubblico”.
Ce n’è abbastanza per gridare forte l’indignazione della nostra comunità, composta da cittadini e cittadine che da tempo danno il loro fattivo contributo quotidiano per fare di questo territorio una realtà civica e di cittadinanza attiva di cui il consigliere comunale dimostra nei fatti di essere indegno rappresentante. Auspichiamo di poter a breve acquisire le prese di distanza sia della Società Udinese Calcio che dell’Amministrazione Comunale di Udine che dovrebbero, a nostro avviso, unirsi a noi nel tentativo di emarginare dalla comunità sportiva e civica friulana i professionisti dello scontro a tutti i costi”