L’appuntamento è di quelli da non sbagliare. Basta poco, l’inevitabile, per cadere in una debacle storica, sconosciuta al nostro calcio che ha già dovuto soffrire per un Mondiale visto dal divano. Russia 2018 è uno scenario che ancora oggi fa paura, soprattutto per chi come Lorenzo Insigne si ritrova davanti a quella che sarà, probabilmente, l’ultima chiamata per la competizione più ambita. Senza dimenticare il suo Napoli, dove rincorre il sogno più accarezzato.
Ed è così che il capitano azzurro si gioca una tappa cruciale, forse la più importante, della sua carriera dopo un Europeo vinto da protagonista. Non basteranno i gradi da vincitori per assicurarsi un posto nel caldo inverno di Qatar 2022. Serviranno due notti in cui servirà essere campioni di nome ma, soprattutto, anche di fatto. Con la prima che è tassativa per viversi la seconda, la più decisiva.
Condizione scomoda ma non evitabile per chi si gioca il passato perduto. E certamente sotto questo punto di vista Lorenzo il Magnifico ha qualcosa da farsi perdonare con se stesso, innanzitutto.
Il viaggio finale all’insegna del doppio Tricolore
Il finale di stagione segna una sorta di Avanti e Dopo Cristo nella vita e nella carriera di Lorenzo Insigne, che in tasca ha già un biglietto di sola andata con destinazione MLS.
Ed è proprio in questa parentesi che il capitano azzurro è chiamato a rispondere presente nel segno del Tricolore. Il primo, quello tanto agognato, da contendere al Milan e all’Inter: servirà anche il suo prezioso apporto per cercare, quantomeno, di lottare fino all’ultima giornata. E poi c’è da onorare l’altro Tricolore che invece è già ben cucito sul proprio petto e da portare agli occhi del Mondo dopo quasi otto anni di assenza.
Due imprese che lo consacrerebbero in via definitiva e che spazzerebbero via ogni minimo alone di incompiutezza spesso attribuitagli, anche ingiustificatamente. Un viaggio che partirà subito, già stasera contro la Macedonia, e che durerà fino a maggio. Con la speranza che a fine anno possa fare capolino in Qatar, quando il Napoli sarà ormai un meraviglioso ricordo e il Toronto, invece, una solida realtà.
Servirà, però, il miglior Lorenzo: quello capace di trascinare i propri compagni a suon di tiro a giro e colpi da fuoriclasse. E anche un po’ di rabbia per quello che sarebbe potuto già essere e invece non è ancora stato. Per quello che potrà essere e non è mai stato. Il suo primo Mondiale con la Nazionale e lo Scudetto con il Napoli: una volata proprio niente male prima del suo ricco esilio in Canada. Da non sbagliare, per non essere dimenticati.
Francesco Fildi