Nel post partita di Napoli Fiorentina, Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa analizzando le cause della sconfitta maturata contro la formazione di Vincenzo Italiano.
Queste le sue parole in conferenza:
“Volevamo giocare spesso a campo aperto con Osimhen e invece su quelle situazioni abbiamo perso più di un pallone. Siamo stati imprecisi nel servirlo, abbiamo perso le distanze e ci siamo un po’ allungati nella seconda frazione. Nel secondo tempo abbiamo fatto quanto dovevamo. Dopo il pari eravamo noi ad attaccare. Poi su una di quelle palle lunghe che abbiamo provato spesso noi nel primo tempo ci hanno costruito il secondo gol, quando c’è stato quel contatto su Mario Rui che l’arbitro non ha giudicato falloso, ed è stato tutto più difficile, fino a quella nostra costruzione sbagliata a centrocampo dove hanno fatto anche il terzo. Noi ci abbiamo provato ma la Fiorentina è sempre stata correttamente in partita“.
Punti persi in casa? Può anche esser vero ma spesso c’è sempre qualcosa di particolare in quelle partite. Non succede che si fanno errori ripetuti, non è così. La squadra è stata nella loro metà campo e in ripartenza sono stati in grado di far gol. C’è stato il contatto su Mario Rui e il loro attaccante è stato bravo a trovare l’angolo tra le gambe di Zanoli. Io la reputo una situazione anomala, non dovuta a nostre perdite d’equilibrio o errori ripetuti, sono di varie origini gli errori che ci hanno portato queste sconfitte, laddove non si riconduca la sconfitta ad un errore solo”.
Cosa si sente di dire ai tifosi? Io innanzitutto devo dire qualcosa a me e ai calciatori perché con la Roma si deve andare a vincere. Il pubblico meritava una risposta diversa e meritano un epilogo diverso anche in chiave campionato. I tifosi, per la passione che ci mettono, saranno comunque in credito anche se le vinci tutte“. Giocare con Mertens e Osimhen dall’inizio? Poteva starci ma è inutile pensare a come si poteva partire. Abbiamo dominato la partita per lunghi tratti e per altri non siamo stati in grado di tenere la giusta pressione offensiva. Quando si perde io non credo mai che sia colpa del singolo“.