L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti ha tenuto quest’oggi una lezione per gli studenti della Federico II per il ciclo di incontri dal titolo “Sport in Accademia“, che rientra nel programma F2 Cultura. Tra le altre cose, il tecnico di Certaldo si è soffermato su ciò che chiede ai propri calciatori:
“Per me, bisogna saper usare bene il tempo presente: la vita si vive solo e soltanto nel presente.
La sconfitta ci ha fatto male, motivo per cui dopo questi eventi mi aspetto che tutti si sveglino presto e arrivino all’allenamento per lavorare bene, senza lamentarsi di niente: lamentarsi non è mai una strategia, non bisogna mai pensare sia colpa di quell’altro o della sfortuna. In quel caso non hai portato a casa niente, nessun risultato”.
“Il miglior allenamento per un calciatore è sentire la fiducia dell’allenatore: i miei calciatori mi piacciono così tanto che non gli stacco mai gli occhi di dosso, sto sempre insieme a loro, anche quando sbagliano. A loro, ogni tanto, bisogna togliere anche la maglia da benestanti, che poi indossarla sempre diventa una noia”.
“Nella vita bisogna metterci tutto: i contrasti, i colpi di testa, la qualità tecnica. La vita è una scatola all’interno della quale inserire tutte queste cose: chi è forte davvero lo fa tutti i giorni. Si vince con l’applicazione, con l’esecuzione delle cose: bisogna avere aggressività nel disimpegnarsi dai casini, oltre che avere quella qualità, quella leggerezza talentuosa”.
“Quelli che non giocano meritano spiegazioni e un’importanza uguale a quelli che hanno giocato, perché poi alla partita successiva potrebbero essere in campo, pronti per giocare”.
Articolo modificato 12 Apr 2022 - 13:24