Dopo la sconfitta subita in rimonta in casa dell’Empoli, Luciano Spalletti, tecnico partenopeo, ha lasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa.
Di seguito quanto rilevato dalla nostra redazione:
Napoli scarico? “La partita aveva preso una piega in cui quando perdevamo palla non sapevamo gestirla, quindi ho inserito un centrocampista che ha giocato tutto l’anno per ristabilire certi equilibri. Nella striscia di vittorie di fila, la squadra è sempre stata quella“.
“C’è stato un periodo dove voi giornalisti mi dicevate di togliere Insigne per via del trasferimento ma io ho deciso di tenerlo dentro. Oggi mancavano dieci minuti alla fine e ho voluto buttare dentro chi pedalava tanto e chi ci hanno dato un vantaggio nei periodi in cui abbiamo fatto tanti punti”.
Demme? “Poteva entrare, lui come Tuanzebe. Potevano essere fatte delle cose diverse, i cambi quando finisce così si sbagliano sempre. Quando non si fa risultato anche se i titolari sbagliano poco, i cambi sono fatti male”. Futuro? “Il mio futuro è dopodomani, domani ci riposiamo. Volevo fermarmi qui per far visita alla mia mamma ma invece tornerò a Napoli con la squadra questa sera, ci si deve sentire la responsabilità addosso“.
“Tutti hanno detto che questa squadra poteva lottare per il campionato, non può esserci questo divario con gli ultimi dieci minuti giocati oggi. Se una squadra lotta per il campionato – e l’ho sempre tenuta sull’attenti da quando sono arrivato – ma poi si fanno prestazioni e si giocano pezzi di partita così, è sintomo che ho sbagliato qualcosa nel lavoro. Non può esistere una cosa simile”.
Mancata risposta della squadra nei momenti di difficoltà? “Sorprende il finale di questa partita, bisogna analizzarlo e parlarne. Succede che una squadra cali di ritmo ed intensità a fine stagione. Abbiamo trovato un avversario caparbio, che ci ha provato su ogni pallone ed è stato sempre molto pressante e dentro il match. Poi c’è l’episodio vantaggioso e mentalmente cambia tutto, soprattutto se non hai una struttura mentale forte ed un carattere forte”.
“Abbiamo sempre detto che la squadra da un punto di vista delle scelte doveva sempre giocare la palla, la battaglia non è la nostra qualità e certe volte andiamo in difficoltà. Quando succede, è responsabilità dell’allenatore che durante la settimana vede i calciatori e le difficoltà della squadra. Si cerca di tirare fuori i pregi”.
“Il sogno scudetto ormai è finito, ci sono i numeri che lo dicono. Con dispiacere, è un sogno che abbiamo coltivato e che avevamo creato con grande sacrificio e lavoro. Poi sono stati più bravi gli avversari e gli va concesso strada“.