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Iniziò tutto da quel primo luglio del 2013, quando Dries Mertens decise di iniziare un nuovo capitolo della sua carriera, mettendo la parola fine a quello del PSV Eindhoven. Un trampolino di lancio che l’avrebbe portato a vestire la maglia del Napoli, ignaro in quel momento che quella nuova avventura sarebbe diventata una storia d’amore lunga ben nove anni.

Una storia che vorrebbe trasformarsi in un romanzo, uno di quelli lunghi che si trovano fra gli scaffali di una libreria, nel quale nove anni non bastano: sono ancora troppo pochi. C’è ancora tanto da scrivere, tra delusioni e vittorie, come tra sorrisi e pianti. Ci sono ancora tanti giri da poter fare sotto una curva calorosa che adesso piange in un Maradona deserto.

Un’agonia impressa fra gli spalti di tifosi traditi dall’illusione che forse questa volta era quella buona. Invece no, bisogna ancora fare i conti con un’amara realtà che trafigge ancora una volta il cuore del popolo partenopeo che stavolta, per orgoglio, non gioisce nemmeno dopo una vittoria straripante.

Restano immobili i tifosi, mentre solo il loro cuore cerca di mettere da parte l’orgoglio, sperando che le tre partite che restano siano solo delle repliche di un semplice Napoli-Sassuolo. Al contempo, mentre protestano dopo un tradimento, non possono fare a meno di rifugiarsi da chi non li ha mai abbandonati e che da nove anni regala loro la speranza di crederci ancora.

In fondo a un buon napoletano basta poco. Non può restare indifferente alle prestazioni del suo Ciro, il quale continua a scrivere la storia: la sua e quella di Napoli.

Dries Mertens, Napoli-Sassuolo

Il re di Napoli e i suoi 148 gol

A 33 gradini più su di Maradona, a quota 148 gol: è lui il più grande marcatore azzurro di tutti i tempi. Un traguardo inaspettato che però mette nero su bianco una nuova storia, e che forse diventa l’unica nota positiva in un periodo fatto di disfatte e ammutinamenti. Non si può passarci sopra e fare finta di nulla, neanche quando il silenzio e l’assenza diventano le armi usate da un marito tradito. L’indifferenza non fa parte di un buon napoletano che si vanta del suo re borbonico.

Un re che, come ad Empoli così col Sassuolo, lascia il suo segno dimostrando che i 35 anni che verranno il prossimo 6 maggio sono un solo numero simbolico. Dries non guarda bozze di contratti o le cifre sopra indicate, egli come un vero sovrano il suo posto se lo conquista solo ed esclusivamente in campo. Basta solo dargli spazio, ché lui non perde tempo a mettere in vita uno spettacolo mozzafiato. Anche quando sembra che non ci sia più nulla da raggiungere, quando Maradona è ormai superato in una classifica di marcatori, lui non si accontenta ed eguaglia un nuovo record. Stavolta diventa uno fra pochi ad essere andato in doppia cifra in cinque stagioni diverse dopo Antonio Vojak, El Pibe de Oro e Lorenzo Insigne.

Un racconto romanzato che dopo un Insigne partente non vuole ancora scrivere il suo finale. Non ha ancora voglia di dover dire addio ad un’icona del suo calcio. Mertens non è solo lo scugnizzo di Napoli, è colui che ha dato vita a match superlativi e gol che hanno rievocato quasi quelli fatti da Maradona. Come si può dimenticare il gol al ’59 di un Lazio-Napoli del 2017, il quale ha acceso quel brio di meraviglia ai bambini che sfortunatamente non hanno assisti alla magia dell’87 e del ’90. Ma questo è solo uno dei suoi capolavori, come quello contro il Torino del 2016.

Tra qualità e un lieto fine: un sogno che non morirà mai

Gol che pian piano hanno conquistato la platea azzurra anche in match più semplici come quello attuale con il Sassuolo. Una doppietta messa a segno in sei gol segnati del Napoli (uno ogni tre tiri effettuati), dopo quello proveniente dalla disfatta di Empoli nella giornata precedente. Anche quest’anno Ciro va in doppia cifra con undici gol, solo due in meno ad Osimhen. I gol, però, non sono solo la sua unica specialità: il belga incanta tutti con la sua intelligenza tattica, con i suoi tiri dalla distanza, con i suoi passaggi filtranti, i calci di punizione e il contributo in difesa quando i suoi compagni sofferenti chiamano. Un vanto napoletano portato da Benitez sul golfo azzurro, precisamente a Palazzo Donn’Anna, dove da nove anni abita il classe ’87.

Nove anni che pretendono un continuo e un finale da favola: in un Maradona stracolmo e trionfante, nel quale non mancheranno lacrime. Dove ogni napoletano sarà presente, e spererà solo che quel sogno, un giorno, possa diventare realtà.

Articolo modificato 30 Apr 2022 - 23:16

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Scritto da
Sara Madonna