Dries ‘Ciro‘ Mertens è tornato ad essere immortale. Forse non ha mai smesso di esserlo e il campo ha semplicemente dimostrato quello che tutti hanno avuto modo di vedere nei suoi 9 anni in azzurro. E in questo finale di stagione, Mertens ha messo in chiaro un concetto molto semplice: è il più forte e decisivo della rosa di Luciano Spalletti.
13 gol in 34 presenze stagionali: 1 gol ogni 121 minuti in tutte le competizioni. Media realizzativa da bomber di razza puro. Ruolo che si è preso, d’improvviso, sotto la gestione Maurizio Sarri e che non ha più intenzione di lasciare. Anche se con l’arrivo di Osimhen ha dovuto un po’ arretrare il suo raggio d’azione, pur non perdendo d’efficiacia.
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Mertens ora è (anche) trequartista: Zieliński ne fa le spese
Mertens in campo, Zieliński in panchina. Ora è questa la scelta tecnica di Luciano Spalletti per l’economia del gioco del Napoli. Fino a qualche mese fa la mossa di panchinare il polacco sembrava impossibile. Troppo importante tra le linee per fare da collante tra centrocampo e attacco e cambiare volto al Napoli.
Poi il blackout, dopo un inizio di stagione sulla scia della scorsa annata. Ex abrupto, Zieliński ha spento la luce. La sua e quella del Napoli. È sparito dai dettami tecnico-tattici degli azzurri, anche quando Spalletti ha continuato a dargli fiducia da titolare.
Finché non si è dovuto accomodare in panchina, lì dove fino a qualche settimana fa iniziava a scalpitare Dries Mertens. E il motivo è stato chiarito direttamente dai fatti: 3 gol in 2 partite da titolare e per Piotr solo 22 minuti da subentrato – a Empoli – al posto di ‘Ciro’.
Dov’è finito Zieliński? Qual è il suo futuro?
Ora c’è da chiedersi dove sia finito Piotr Sebastian Zieliński e se avrà ancora chances con Luciano Spalletti da qui alla fine del campionato. E anche oltre. Solo 3 partite per decidere: sì o no. Ora Zieliński è il dubbio amletico del Napoli: gli va data fiducia o va ceduto alle giuste cifre?
Negli anni ha dimostrato il suo valore e le sue doti immense. Ha saputo essere determinante e decisivo anche per i compagni. Ma è il suo presente a lanciare dei dubbi sul suo futuro. La scelta giusta non c’è. O meglio, non siamo in grado di conoscerla, ad oggi. Dipenderà molto anche dalla sua volontà: a Napoli vive meravigliosamente bene, ha anche lui un figlio ‘napoletano’ e ha trovato la sua felicità.
Qualità ineguagliabili, unico funambolo della rosa del Napoli. In campo il salto di qualità lo ha già fatto, soprattutto con Gennaro Gattuso. E si pensava avesse fatto anche quello mentale: ma forse con Spalletti è tornato un passo indietro. Un campione dalle sue qualità andrebbe tenuto in rosa a tutti i costi, è l’uomo che, in assenza di Insigne dalla prossima stagione, può creare tante situazioni da gol grazie alle eccelte doti tecniche.
Per il Napoli potrebbe anche diventare una “gallina dalle uova d’oro”: per 50 milioni di euro può andare via. Giusto o sbagliato? Forse bisognerebbe puntarci ancora, per quanto detto sopra. Un calciatore con la sua predisposizione al bello andrebbe sempre tenuto in considerazione. Ma c’è da togliersi l’aria da “ragazzino spaesato” in taluni momenti e indossare le vesti del freddo polacco per determinare il vero Piotr.