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“Tiraggir”, 122 gol e un finale strappalacrime: un bambino e il suo sogno, l’addio di Insigne a Napoli

Incredibile ma vero, la realtà di come possa finire una storia d’amore lunga ben 10 anni. A volte ci si ostina a credere solo nelle favole con lieto fine, tralasciando la realtà dei fatti. Una verità che forse troppe poche volte si conclude con un finale che vorremmo, uno di quelli belli dal quale le lacrime nascono solo per felicità.

Ma no, anche stavolta bisogna piangere davanti all’evidenza di un ragazzo costretto a fare le valige e a dire per l’ultima volta addio alla sua gente. O meglio un arrivederci, per quel che sarà la sua apparizione da spettatore fra gli spalti del Maradona.

Una cerimonia e un gol strappalacrime: il quadro di Napoli-Genoa

Una cerimonia strappalacrime e un ultimo gol da ricordare: è questo il quadro perfetto di Napoli-Genoa, una partita che resterà per sempre scolpita nel cuore di Lorenzo Insigne. La prestazione tattica, mai come stavolta, passa in secondo piano. Oggi è il giorno di un addio: è la fine della storia d’amore fra Napoli ed Insigne.

Un romanzo fatto di “ti amo e ti odio”, fra i fischi ed gli applausi di tifosi consapevoli che quel ragazzo era solo figlio di Napoli. Una storia fatta di alti e bassi, ma che sul finale era impossibile rimanere impassibili.

Allora Napoli-Genoa, diventa solo lo sfondo di un addio dolente che sa di aver perso l’icona portatrice dell’animo partenopeo in campo. È un match fatto di emozioni e di lacrime, anticipato da una cerimonia commovente e da un gol che sigla la sua fine. Una rete figlia di un rigore ribattuto, i quali motivi sono ancora da definire, ma che forse si rifanno solo alla speranza del 24 azzurro di dire addio nel modo più giusto.

Osimhen e Lobotka ne fanno da cornice in una gara troppo bella per essere vera, in un match che forse per primo Lorenzo Insigne non voleva che arrivasse.

Lorenzo Insigne, Napoli-Genoa (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il “Tiraggir” e 122 gol: resta solo il rammarico scudetto

È il momento di tirare le somme, di decifrare la storia di Lorenzo Insigne costruita in 10 anni d’amore. È giunto il momento di ricordare chi è lo scugnizzo di Frattamaggiore colui che, dai vicoli di Napoli fino alla sua esperienza di Pescara, è arrivato a scrivere un pezzetto di storia.

122 gol in 433 partite, superato Hamsik e dietro al marcatore di tutti i tempi Mertens a 146 gol: Insigne si classifica nella seconda posizione portando in alto la sua esperienza azzurra. Di questi, solo 96 sono stati siglati in Serie A mentre il restante si divide in 8 in Coppa Italia e 18 nelle Coppe Europee. Proprio fra questi è impossibile non ricordare il gol del 15 febbraio 2017 al Bernabeu di Madrid, uno stadio esploso dall’orgoglio napoletano che almeno in quei minuti vantava del vantaggio.

Ma la vita di Insigne non si racchiude solo a Napoli, c’è anche l’Italia a destreggiare delle sue qualità o meglio del suo “Tiraggir”. Un marchio di fabbrica che ha segnato la sua carriera e che da ora in poi mancheranno alla squadra azzurra, proprio come mancheranno i suoi intuiti con Dries Mertens dopo l’addio dell’altro componente Callejon. Delle sue qualità però si potrà ancora usufruire almeno nell’Italia, nella quale ha messo a segno ben 10 gol e un Europeo emozionante nel 2021.

Trofeo che va ad aggiungersi nel suo palmarès: 2 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana e l’Europeo con l’Italia. Piccoli traguardi raggiunti con la Nazionale e con il suo amato Napoli, restando però all’unico rammarico Scudetto svanito anche quest’anno.

Lorenzo Insigne Euro 2020 (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Una cerimonia mancata ad Hamsik e Callejon, ma non ad Insigne: la fine della sua storia d’amore

Numeri che rendono Lorenzo Insigne componente importante della storia napoletana, alla quale si ricordano anche i già partenti Hamsik e Callejon. Due calciatori protagonisti nell’anno più affascinante soprannominato “Sarriano” (2017-18), che insieme a Lorenzo Insigne hanno fatto incantare il calcio italiano e non solo. Due icone che però non hanno avuto modo di salutare la platea azzurra nel giusto modo.

Marek Hamsik ha detto addio al Maradona (allora San Paolo) nel vuoto di un Napoli-Sampdoria risalente a febbraio 2019, fra i rumors di un suo addio. Una fascia lasciata nelle mani di Insigne, il quale si è caricato Napoli sulle sue spalle e da lì non ha mai smesso di amarla. Una C di capitano sul braccio dal valore inestimabile, un sogno che lo ha reso grande e che ora si racchiude in un Maradona stracolmo.

Una cerimonia che è mancata alle due icone, ma che non poteva mancare anche ad Insigne nel finale di stagione. Un sogno reso realtà, ma che ora dovrà finire. È la storia di un bambino che ha sognato ad occhi aperti, senza timore e con tanto di sacrificio. Un fanciullo che ora è diventato uomo, il quale non vuole svegliarsi dal sogno ma che sarà costretto a farlo. Dovrà fare i conti con la realtà: la sua, quella di Napoli e quella di Toronto.

Sara Madonna

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Articolo modificato 15 Mag 2022 - 21:07

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Sara Madonna