Lunedì 16 maggio, a Città della Scienza, si è tenuto l’evento “Lo sport come valore educativo: formazione, aggregazione, integrazione e prevenzione”. L’iniziativa ha affrontato l’allontanamento dei giovani dal mondo dello sport e ha voluto sottolineare la sua importanza nel percorso della crescita educativa dei bambini. I ragazzi presenti hanno potuto ricevere testimonianze e “lezioni” da personaggi del mondo dello sport e non solo.
Tra gli ospiti dell’evento, presenti anche i due ex calciatori del Napoli, Emanuele Calaiò e Francesco Montervino, oltre il giornalista Valter De Maggio, Decibel Daniele Bellini, il dottore Paolo Ascierto e lo scrittore Maurizio De Giovanni. Di seguito riportiamo le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti.
Emanuele Calaiò: “Attraverso questa manifestazione aiuta i ragazzi a capire che lo sport è fondamentale, soprattutto per la salute. Lo sport è importante anche per scaricare lo stress, evitare brutti ambienti, fargli capire cosa significa sognare, porsi degli obiettivi, abnegazione, stare in compagnia. I ragazzi devono capire che ci vuole più equilibrio: con l’avvento dei social si perdono i valori dello sport. Non è facile fare i genitori in questa generazione, ma dobbiamo provarci non solo con le parole, ma anche con i fatti”.
Francesco Montervino: “I social hanno catturato l’attenzione di questi ragazzi, ma probabilmente devono essere i genitori a spingerli a tornare a giocare per strada. I tanti genitori di oggi tendono a tenere i bambini in casa, a non fargli rompere le scarpe e i pantaloni, a non fargli sbucciare le ginocchia. Si è persa un po’ di essenza, ci vorrebbe più libertà, più serenità. È inutile pensare che i tempi sono cambiati: se ci adeguiamo, possiamo far tornare a giocare i ragazzi”.
Maurizio De Giovanni: “Oggi è stata una bellissima giornata, un incontro molto arricchente, soprattutto per noi. Abbiamo fatto capire l’importanza della passione ai ragazzi, che anche in quello che sembra un mestiere farlo senza passione non ha senso, si perde tutto. Abbiamo detto ai ragazzi ciò che non bisogna mai dire, cioè di divertirsi. Siccome stiamo andando verso la privazione dei divertimento a favore di una professionalità estrema, che spesso non fa bene, sono contento di aver parlato di passione. Inoltre, abbiamo detto ai ragazzi di non dimenticare la squadra, sentirsi invincibili a livello individuale, significa perdere. Bisogna aiutare i compagni di squadra, lavorare insieme nel rispetto pieno di sé stessi e degli avversari. Perdere il senso della squadra, è una cosa che ti fa perdere.
Articolo modificato 19 Mag 2022 - 22:27