Terzo marcatore della storia del Napoli e uno dei capitani più amati della maglia azzurra. Marek Hamsik ha lasciato i tifosi partenopei da ormai tre anni, ma ha conservato un posto speciale nel loro cuore. Sull’edizione odierna de Il Mattino è stata pubblicata un’intervista al calciatore, in cui ha parlato anche del suo periodo a Napoli, soffermandosi sull’anno dei 91 punti.
Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni:
“A Napoli ero felice, con gli amici, la mia famiglia, sul campo di calcio, con i tifosi. Altrimenti non avrei rinnovato per cinque volte, avendo tante altre offerte per poter cambiare. Abbiamo riportato tutti insieme il Napoli tra le grandi. E sono rimasto tutto questo tempo perché non c’è stato un solo giorno in cui non ci fosse qualcosa che mi regalasse un sorriso“.
“Il campionato dei 91 punti è ancora una amarezza che mi porto dentro, che mi fa male quando ci ripenso. E mi capita di ripensarci. Quel testa a testa senza fine con la Juventus, quello scudetto perso per colpa della maledetta partita di Firenze dove sono finiti i nostri sogni. Però mi rimane la soddisfazione di aver giocato nella squadra più spettacolare vista in Italia nell’ultimo decennio“.
Ha poi aggiunto sul campionato appena conclusosi per il Napoli: “È chiaro che in un campionato non si possono sbagliare più di due o tre partite, senno c’è poco da fare: perdi. Gli azzurri lo scudetto lo hanno gettato via con Roma ed Empoli: non puoi farti ribaltare in quella maniera quando lotti per il primo posto, non puoi prendere un gol al 90′ quando insegui il sogno. Ma questo gruppo può riprovarci, anche se non so chi resta e chi va via“.
Sul suo futuro: “Quando smetterò di giocare, farò il tecnico dei bambini di 13, 14, 15 anni. Perché voglio restituire quello che ho avuto. La mia filosofia è quella che Sarri ha fatto vedere nei tre anni a Napoli, è quello il calcio dove ho goduto di più. Ora se vedo il City di Guardiola è quella l’idea che mi affascina“.