Alessandro Formisano, Head of Operations, Market and Sales del Napoli, è intervenuto al convegno “Calcio e neoliberismo”, in programma oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, svelando alla platea le strategia che la società partenopea sta attuando per allargare e globalizzare oltre a Napoli e alla Campania il suo bacino di tifosi.
“Il bacino d’utenza è una questione delicata ovviamente. Io sostengo da tempo una teoria non scientifica che vede sostanzialmente tre cerchi concentrici di tifosi. Quelli più vicini all’epicentro della passione, che sono i più caldi, disponibili, inclini alla spesa, che possiedono un abbonamento a un broadcaster, che vengono allo stadio. Poi c’è un cerchio di mezzo, fatto di persone che guardano solo attraverso i broadcaster. I cerchi più lontani seguono le gesta del club ma non in una maniera così vicina, e vanno fidelizzati. La storia recente dice che la fidelizzazione oltre l’Italia passa attraverso tournée, esibizioni… e negli ultimi anni non è stato possibile“.
Una strategia che deve andare di pari passo con un progetto comune di esportazione del marchio della Serie A.
“Una riflessione seria che è stata fatta in Lega è la possibilità di avere orari compatibili coi pubblici all’estero. Finora abbiamo assistito a partite alle 20:45 come se fossero prima serata, probabilmente la pianificazione cambierà per abbracciare tutti i pubblici, che permetta al nostro calcio di farsi osservare”.
Articolo modificato 27 Mag 2022 - 15:20