Gravina: “Decreto Crescita, c’è un problema”, poi lancia l’allarme sul sistema

Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, presente oggi al convegno ‘Lo sport muove l’Italia’ presso la Camera di Commercio di Roma, ha lanciato un allarme al mondo del calcio in merito alla nuova riforma del decreto crescita.

Queste le sue parole di preoccupazione rilasciate all’ANSA: “Mi dispiace che ci sia stata una distorta applicazione del Decreto Crescita, per non parlare delle conseguenze sui vivai. Sono molto preoccupato per la stabilità del sistema.

Gravina, ha poi così concluso rivolgendosi all’ex ministro Spadafora: “C’è una netta distinzione tra chi si è confrontato e si è messo a disposizione del mondo dello sport e chi oggi predilige un approccio diverso per ragioni di tutela quasi esclusiva dell’interesse economico dell’industria. Faccio il tifo per il tuo approccio rispetto a quello di altri”.

Gabriele Gravina, Ciro Immobile, Lorenzo Insigne e Marco Verratti – Palermo (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Decreto crescita: che cos’è

In commissione Bilancio e poi in commissione Finanze del Senato è passato un emendamento al Decreto Crescita, approvato dal Pd Tommaso Nannicini, che fissa un tetto agli sgravi fiscali per i giocatori stranieri e lascia presagire grandi ripercussioni anche sul mondo del calcio.

Inizialmente la norma prevedeva vantaggi fiscali per i lavoratori stranieri non residenti in Italia da almeno due anni. Le nuove regole saranno invece più rigide: potrà godere del vantaggio fiscale solo chi ha già compiuto almeno 20 anni e ha contratti da un milione di euro a salire (al lordo Irpef).

Stando alle nuove regole, si prevede che al nord di Roma, il 70% della base imponibile del reddito non venga tassato; al sud addirittura il 90%. Per essere più chiari: se una persona guadagna 1 milione di euro, se ne vedrebbe tassati 300mila al Nord o 100 mila al sud. Il resto non verrebbe considerato.

Per i calciatori invece la questione cambia: non viene preso in considerazione il 50% dell’imponibile (a cui si aggiunge un contributo “dello sport” dello 0,5%, destinato al potenziamento dei settori giovanili). Un problema, quello del decreto crescita, che condizionerà e non poco il mondo del calcio e del calciomercato per le squadre di Serie A.

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