Una svolta, un inizio: è questo quello che ha in mente il Napoli, a seguito di annate promettenti e fallimenti dietro la porta.
Che il Napoli non sia una società dall’abitudine di mettere a segno colpi di mercato importanti o ingaggi esorbitanti, con la capacità di entusiasmare la piazza e rendere alto il livello competitivo di sé stesso e della Serie A: si sa, questo non fa parte dei suoi principi.
Il club non illude, anzi mantiene ben stretto il suo modo di fare colpendo nei reparti essenziali con l’obiettivo di scoprire “nuovi talenti”.
Una circostanza che fino ad ora non è mai venuta meno, anche se con qualche critica di troppo, non ha quasi mai fallito nel suo intento. Basta pensare all’autore di uno degli anni più belli dell’era De Laurentiis, rilevato dall’Empoli a seguito di un umile carriera: Maurizio Sarri divenne il comandate di un undici strategico.
Questo post in breve
Il colpo il mercato, Ancelotti e il suo fallimento: la morale della favola
Ma forse questo non basta, probabilmente il problema deriva dal fatto che troppo spesso si è ricorsi al riparo sotto il ricordo sbiadito di una stagione magica ma non vincente. Un colpo al cuore che sa ancora di amaro, una delusione che ha stravolto i piani portando a quell’unico acquisto che i tifosi acclamarono.
Il nome di Carlo Ancelotti sulle prime pagine di giornali aveva scatenato l’entusiasmo nascosto dei supporters napoletani, i quali già immaginavano un finale fiabesco fatto di vittorie e successi. Un sogno tramontatosi in un’incubo che divenne lo sfondo di una favola, la cui morale lascia un insegnamento.
Ebbene sì, avvolte non bisogna fare affidamento solo ed esclusivamente sul nome. Ancelotti ora ne esce vittorioso col Real Madrid a suon di Champions League, ma forse il Napoli non era la sua dimensione ideale. Un grande allenatore che non ha trovato il suo giusto spazio all’interno del club campano.
Rifondazione, Rivoluzione e Costruzione: i tre step partenopei
La società campana non è fatta per grandi nomi, adotta una politica diversa i cui profili vanno cercati. Allora a seguito di quella svolta, che cercava di risollevare quell’ardore fanciullesco dei tifosi, mette al centro dei suoi piani la parola “rifondazione”, trasformatisi successivamente in “rivoluzione”.
Degli schemi che purtroppo si sono rivelati un forfait, portando a casa una sola Coppa Italia in un post pandemia che ha modellato ulteriormente la politica azzurra.
Se prima i nomi da capogiro erano fuori i piani del club di De Laurentiis, ora diventano un vero tabù che si oppongono all’obiettivo primario, ovvero la riduzione del tetto ingaggi.
Uno scopo che ha messo sotto esame il futuro dei “senatori”, aprendo a un nuovo spiraglio chiamato “fase di costruzione”.
Per quanto il tifoso vero ci voglia credere o meno, è questa la dura realtà da accettare. Fa male come ogni storia d’amore, ma l’evenienza è pronta a mutare i piani societari.
Piani societari e capitolo in chiusura: l’addio dei “senatori”
L’addio di Lorenzo Insigne era solo un inizio della fase in via di costruzione che stava per avvenire. I prossimi a dire addio – colpi di scena a parte – potrebbero essere Dries Mertens e Kalidou Koulibaly, accompagnati da Fabian Ruiz, David Ospina e Piotr Zielinski ( il quale è reduce da una stagione poco brillante che lo ha posizionato al bivio ).
Nomi che hanno scritto l’ultima fase partenopea, i quali hanno tentano a ridare quel sogno tanto ambito dai tifosi mettendoci “anema e core”. Ma tutto ha una fine, che sia quest’anno o tra qualche anno, il capitolo intrapreso da Mazzarri, Benitez e Sarri dovrà una volta e per tutte terminare.
I tre allenatori hanno portato i leader essenziali napoletani, i quali sono prossimi all’uscita. I nomi che fanno tremare più di tutti sono quelli di Mertens e Koulibaly, i quali contratti in scadenza non vedono spiragli per i rinnovi.
Nuova identità, si riparte da Kvaratskhelia: il rischio del Napoli
Il mercato però diventa una piazza calda, sul quale costruire una nuova identità: iniziata anzitempo da Kvaratskhelia. Il giovane talento che a suon di gol promette una stagione straripante.
Un colpo offensivo d’origine georgiana, in fuga dalla Russia, il quale potrebbe diventare il fulcro di una nuova parentesi azzurra. Pagato circa 10 milioni, con la funzione di sostituto di Lorenzo Insigne, che in 11 presenze con la Dinamo Batumi ha segnato ben 8 gol.
Un profilo da osservare e studiare e che magari potrebbe mettere a tacere le voci che lo vestono nei panni di uno sconosciuto non all’altezza. Ma magari, ancora una volta potrebbe far riaffiorare la morale di una favola nella quale i “nomi” non sono tutto. Un’insegnamento che potrebbe essere dato anche da Olivera o dai possibili colpi in entrata come Deulofeu e Bernardeschi.
Un nuovo inizio, dall’identità sconosciuta: il Napoli gioca tra il fallimento e la rinascita, quanto gli costerà?
Sara Madonna
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