Ieri è stata una giornata chiave nella definizione del futuro di Paulo Dybala. Dopo aver terminato la sua avventura con la maglia della Juventus dopo sette stagioni, l’argentino è rimasto quasi due mesi senza squadra (prendendo come riferimenti temporali la fine del campionato, 22/05, e la giornata di ieri, 18/07).
L’Inter aveva le mani su di lui ma non ha voluto affondare il colpo, preferendogli Lukaku e lasciando la Joya in stand-by. A quel punto, l’entourage di Dybala ha ancora una volta dovuto abbassare le richieste d’ingaggio e, nei giorni precedenti, sembrava che il Napoli potesse davvero affondare il colpo.
Dybala, alla fine, è finito alla Roma. Ma perché scegliere un ingaggio inferiore – almeno di parte fissa, poi con i bonus si potrebbe toccare comunque quota 6 milioni – e, soprattutto, rifiutare la possibilità di disputare la Champions League? I giallorossi, infatti, saranno protagonisti in Europa League, che per un giocatore come l’argentino ha sicuramente meno appeal rispetto alla Champions.
Il motivo principale che ha spinto Dybala in direzione della capitale è stato l’inserimento di una clausola rescissoria piuttosto bassa all’interno del suo contratto, pari a 20 milioni di euro. Secondo quanto riferisce Il Mattino, il Napoli avrebbe voluto una clausola di 40 milioni.
Un ragionamento del tutto legittimo quello del club azzurro, visto che – apparentemente – da quando la Joya firmerà con la Roma potrà lasciare i giallorossi a fronte di un’offerta da 20 milioni. Non proprio un progetto volto al futuro, come invece suggerivano i cinque anni di contratto proposti da De Laurentiis.