Il cantiere è aperto, la rivoluzione in corso, il futuro in divenire.
Nell’attuale assetto, però, mancano innegabilmente due alternative ai calciatori in foto.
Definirli determinanti e indispensabili sarebbe riduttivo, ma basterebbe fare una riflessione sui punti persi nella scorsa stagione per comprendere meglio il peso specifico della loro presenza.
Il danno emergente, inoltre, è stato accompagnato dal lucro cessante.
Nel caso di entrambi, infatti, non sono bastati i punti persi quando sono stati assenti ma si è aggiunta anche una perdita di nuove opportunità.
Ad esempio? Spalletti a fine campionato ha spiegato che il parsimonioso utilizzo di Dries Mertens era dipeso dall’assenza di Zambo Anguissa: improponibile un attacco leggero e squilibrato senza muscoli e fisico a centrocampo.
Un altro esempio? Cosa hanno in comune le sconfitte sul finale di stagione contro Fiorentina ed Empoli ed il pareggio interno contro la Roma? Ecco, l’assenza di Di Lorenzo.
Con Anguissa e Di Lorenzo il Napoli ha delle certezze ed un’identità che altrimenti smarrisce.
Ammesso che si augura ad entrambi di poterle giocare tutte, come saranno supplite le loro eventuali assenze?
Demme e Zanoli, sicuramente validi calciatori, hanno caratteristiche troppo differenti: il primo ha più palleggio ma meno aggressività e incursione, il secondo lacune in fase difensiva che hanno messo in difficoltà il compagno di reparto Rrahmani, costringendolo indirettamente a prestazioni al di sotto della media.
Con Anguissa e Di Lorenzo non giocano soltanto meglio i compagni di reparto ma, di conseguenza, l’intera squadra acquisisce stabilità, equilibrio e maggiore imprevedibilità.
Demme avrebbe bisogno di un 4-2-3-1 e Zanoli, probabilmente, di farsi le ossa giocando con continuità, cosa che proprio alle spalle di Di Lorenzo risulta quasi impossibile.
Quello che oggi può sembrare un eccesso di zelo rischia potenzialmente di essere un deficit di partenza da tenere d’occhio con molta attenzione.
Articolo modificato 21 Lug 2022 - 23:17