Maurizio Sarri, ex allenatore del Napoli e attualmente sulla panchina della Lazio, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni del Corriere dello Sport, parlando a tutto tondo della sua carriera. Dagli esordi ai primi titoli, passando per Cristiano Ronaldo e la sua esperienza romana. Immancabile, ovviamente, anche un riferimento agli anni napoletani, nei quali ha fatto sognare un intero popolo, portandolo ad un soffio da uno storico trionfo. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni:
Quale squadra ha espresso alla perfezione la mia idea di calcio? Senz’altro il Napoli, quello dell’ultimo anno. Giocava il calcio che avevo in mente, un calcio di coinvolgimento totale.
Mertens prima punta? Avevamo tre esterni d’attacco per due posti: la qualità di Insigne e l’equilibrio di Callejon erano imprescindibili, così Dries trovava poco spazio. A Bergamo, in 10 contro 11, tolsi Higuain e misi Mertens al centro: venti minuti mostruosi, li fece impazzire. Quando l’anno dopo perdemmo Milik decisi di riproporlo in quella posizione.
Il rapporto con De Laurentiis? Provo una grande forma di affetto e gratitudine nei suoi confronti, mi ha concesso l’opportunità di misurarmi con il grande calcio ed era quello che volevo provare. Poi, certo, lavorarci insieme non è semplice.
Albiol? Era un giocatore di livello superiore, capì tutto in pochissimo tempo. Ad un certo punto potevo anche starmene a casa, poteva tranquillamente dirigere lui l’allenamento“.
Articolo modificato 4 Ago 2022 - 12:55