Il pareggio contro il Lecce lo ha reso chiaro: Lobotka è l’unico irrinunciabile del Napoli

Il pareggio ottenuto contro il Lecce rappresenta per il Napoli il primo passo falso di questa stagione. L’1-1 del Maradona ha davvero il sapore di una sconfitta e sembra un preoccupante ritorno al trend dello scorso campionato, dove gli azzurri persero tanti punti preziosi in gare casalinghe contro le piccole.

Stanno facendo discutere in questo post partita le scelte di formazione di Spalletti: l’allenatore azzurro ha infatti effettuato un turnover molto ampio, facendo riposare tanti degli 11 calciatori confermati per tutte le prime tre gare del campionato, in particolare Rrahmani, Mario Rui, Lobotka, Lozano, Zielinski e Kvartskhelia.

Peccato che i giocatori che li hanno rilevati, eccetto alcune eccezioni, hanno praticamente tutti deluso: molto male soprattutto i neo acquisti Ndombele e Raspadori, entrambi lasciati negli spogliatoi da Spalletti prima dell’inizio della ripresa.

Lobotka
Foto: Getty Images- Lobotka

L’importanza di Lobotka: nessuno come lui nella rosa del Napoli

Ci si chiede, dunque, a quali calciatori l’allenatore non avrebbe dovuto rinunciare. Guardando attentamente il gioco del Napoli, si può notare come questo ruoti in larga parte attorno a Stanislav Lobotka, più anche rispetto a fantasisti come Kvaratskhelia e Zielinski.

Lui non è solo un giocatore importante per il Napoli: è l’unico irrinunciabile in questo momento. Il motivo è ben visibile osservando la rosa azzurra, la quale non vanta al proprio interno un altro centrocampista con le sue caratteristiche dato che Ndombele, Anguissa e Demme sono giocatori ben diversi.

Insomma, Lobotka è l’unico centrocampista con qualità da regista presente nella rosa del Napoli. Questo rischia di rendere difficili le partite dove gli azzurri, a causa di infortuni o per semplice turnover, debbano rinunciare allo slovacco. Nel primo tempo contro il Lecce si è visto un assaggio di ciò: il Napoli senza Lobotka è una squadra disordinata, incapace di costruire una manovra ragionata e con grandi difficoltà nell’innescare gli attaccanti.

La costante marcatura a uomo degli avversari su Lobotka

Anche il secondo tempo, giocato per intero da Lobotka, offre però spunti di riflessione. Questo sembra infatti confermare l’impressione che anche le squadre avversarie sappiano bene l’importanza che ha il giocatore ex Celta Vigo negli equilibri tattici del Napoli. I giocatori del Lecce lo hanno così costantemente accerchiato, cercando in ogni modo di non farlo ragionare e costringerlo a forzare la giocata.

Il tecnico dei salentini Baroni, a fine gara, ha poi confermato esplicitamente come questo facesse parte di un piano ben preciso: “Quando è entrato Lobotka abbiamo cercato di fermarlo, pressandolo e ingabbiandolo, poi tutto è stato più facile e anche dietro avevamo palloni più facili da leggere, ma la difesa è stata comunque brava perché l’attacco del Napoli è sempre forte“.

Insomma, lo slovacco ha dovuto subire per i suoi 45 minuti in campo una vera e propria marcatura a uomo. Questo copione, tra l’altro, si era visto già nella gara di Firenze, dove la marcatura asfissiante su di lui ha causato davvero tanta fatica nella costruzione del gioco per gli azzurri.

Fabian Ruiz
Fabian Ruiz

Fabian Ruiz è stato adeguatamente rimpiazzato?

Il rischio è quello di dipende troppo da Lobotka come fonte di gioco, al punto che una marcatura stretta su di lui faccia saltare tutti i piani tattici prestabiliti. Giova infatti ricordare che nel centrocampo azzurro della scorsa stagione era presente anche Fabian Ruiz, centrocampista la cui tecnica costituiva senza dubbio una possibilità importante per creare gioco. La partenza dello spagnolo direzione Paris Saint Germain, ufficializzata da poco, ha così creato un buco nella rosa azzurra che l’arrivo di Ndombele, per ora, non riesce a coprire con efficacia.

Il Napoli, dunque, ha il dovere di trovare soluzioni alternative a Lobotka. Lo scopo non è ovviamente accantonarlo, ma far sì che la squadra non debba dipendere obbligatoriamente da lui e, quindi, permettere soluzioni diverse quando lui è in campo, oltre che consentirgli di riposare nelle fasi più intense della stagione.

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