Il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, ha parlato in conferenza stampa in diretta da Castel Volturno alla vigilia di Lazio-Napoli. Appuntamento domani sera alle ore 20:35 allo Stadio Olimpico per la quinta giornata di Serie A. Di seguito quanto evidenziato:
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Le dichiarazioni di Spalletti
“Bisognerebbe rivedere le sintesi sulla qualità di gioco, riconoscere più velocemente dove si libera lo spazio e muovere la palla con meno tocchi e con più qualità”.
“Kvara ha bisogno di tempo? Dipende dalla forza dell’avversario, dalla sua condizione, è un ragazzo che viene che viene da un Paese differente, abituato a cose differenti. Un po’ di tempo e di adattamento ci vuole sempre, magari hai bisogno di più energie e poi ti viene a mancare qualcosa. Il rodato è un investimento doveroso”.
“I nuovi acquisti? Sono ad un buon punto, iniziano a conoscersi, si comincia a parlare di quello che è il nostro calcio, cosa vogliamo offrire nelle partite, conoscere la squadra, secondo me siamo ad un buon punto perché negli allenamenti la palla gira abbastanza bene e si va anche con i ritmi giusti perché bisogna andare forte in molte fasi della partita. Quando ci annullano con la pressione bisogna ritrovare lo schema giusto per sterzare dall’altra parte, forte e continuo, stando sempre corti per poi riconquistarla alti”.
“Il modulo? Innanzitutto la qualità del calcio di Sarri è riconoscibile da un punto di vista di sistema, è un 4-3-3 rigido. I sistemi si deformano e non si può rimanere sempre 4-3-3. Si vanno a prendere quegli spazi che la squadra avversaria lascia, per cui a volta è necessario adottare stratagemmi. Se quello spazio da prendere dalla mezzala è occupato, un altro sale e va a fare quel ruolo. Loro fanno pressione costante e continua, hanno spazi alle spalle, può esaltare la nostra qualità ma se lo fanno bene ti montano addosso e diventa difficile negli spazi stretti. Bisogna accorgersi di questi vuoti ed eventualmente andare a giocare dietro la linea”.
“Raspadori è duttile, riesce a riconoscere questi vuoti di cui parlavo. La palla addosso la sa reggere, ha forza, è un muscolare. Può fare in questa sua liquidità la punta esterna, il trequartista, la mezzala, la prima punta. È un calciatore abbastanza completo, può ricoprire tanti ruoli, ha qualità”.
“Messaggio ai tifosi dopo il mercato? Sono felicissimo di essere l’allenatore del Napoli, le mie ambizioni sono di un livello che non so se altri possono arrivarci, ma che non garantiscono niente. Io faccio ciò che mi è richiesto, se non sono gradito a tutti (ride, ndr), la mia risposta è questa”.
“Ndombele è un gran calciatore. Deve adattarsi, deve conoscere tante cose del nostro calcio, ma lui è un gran calciatore. È uno che fa viaggiare la palla veloce, ha lo specchietto retrovisore ben angolato, ha delle imbucate di gran qualità, ha un gran tiro, ha un ottimo impatto fisico. Bisogna elevare il tutto e farlo giocare qualche volta”.
“Kim è forte. Ha riportato questa naturalezza subito, appena entrato nel gruppo. Ci ha dato sicurezza sin dal primo momento in cui è entrato“.
“Se avverto un clima negativo? Io non avverto niente, ma pure se lo avverto non modifico niente del mio comportamento e del mio lavoro. Vivo per creare allenamenti fatti bene e sviluppare un grande gioco, piacevole per sportivi di palato fine come quelli del Napoli. Ma se ci si mette sempre con la storia del “vincere o morire”, a me garba poco. Se non vinci hai fallito; e io non so se vinco, la direzione è quella lì. Quelli andati via li avete visti o vi serve lo schema? Bisogna riorganizzare la squadra, si cambiano i pronostici in base a ciò che è successo il giorno prima. Le personalità erano quelle lì, è un percorso di crescita, lo si può fare più velocemente o lentamente ma c’è da farlo e serve un po’ di tempo per diventare un gruppo come l’anno scorso. Io l’avevo messo in conto nel nuovo ciclo di giocatori”.
“Lazio-Napoli ci darà una risposta importante. La Lazio gioca un buonissimo calcio, ha il nostro valore, come l’anno scorso secondo me. C’è da andare a giocarsela e a far vedere chi è più bravo in quei novanta minuti lì. Le partite son tutte importanti, tutte hanno in palio tre punti. Se non li hai fatti la partita precedente, quei tre punti sono anche evidenziati”.
“Il fattore esperienza? Lo andremo ad acchiappare velocemente, bisogna essere competitivi e per farlo bisogna avere la qualità di conoscere subito tutte le cose, non possiamo metterci tanto e dobbiamo assumere subito la sagoma di giocatori forti. Noi non siamo un club che può limitarsi a dire abbiamo avuto sfortuna. Dobbiamo andar lì e giocare un calcio di livello, feroce: siamo il Napoli, poi è chiaro che le analisi le fanno tutti, ma le intenzioni devono essere quelle”.
“Soddisfatto del mercato? Soddisfatto”.
“Il presente di questa squadra? Per me è proporre un calcio riconoscibile dai tifosi. Bisogna stare nel gruppo dell’alta classifica, di quel condominio formato da quelle sette/otto squadre. Il campionato è difficile, ma dobbiamo assumerci le responsabilità nel vestire questa maglia con questo passato”.
“L’unica via per far diventare calciatori del Napoli quelli appena arrivati è farli giocare, altrimenti è difficile. Contro il Lecce abbiamo costruito con qualità di gioco sotto livello per il nostro modo di fare. Se io gioco la palla a 15 metri dal mio avversario e se poi la perdo, non gli posso rimontare addosso. Io devo fare marcatura preventiva e rimontargli addosso. Se vengo col mediano sotto la linea degli attaccanti, non muovo niente: loro sono dieci sotto palla, noi tre in costruzione e non li vado a stanare, non trovo spazi. Tutte situazioni di pochi secondi, pochi metri, ma che fanno la differenza. Quando si abbassano gli spazi, come nel secondo tempo contro il Lecce, serve più qualità e non devi sbagliare la palla buona”.
“4-3-3 o 4-2-3-1? I sistemi sono sulla carta quando li guardiamo, ma una volta si diventa 4-3-3 con due punte vicine ad Osimhen, una volta 4-4-2 con l’inserimento di un mediano che galleggia, quando Di Lorenzo sale in sovrapposizione interna o esterna. Il discorso è molto relativo“.
“Il ruolo della seconda punta? L’anno scorso, quando non ci ha giocato Mertens, ci hanno giocato tante volte Zielinski o Elmas. Per la fase offensiva Mertens aveva più qualità degli altri due, nel riconoscere gli angoli dei portieri per il tiro, ma col 4-3-3 abbiamo vinto nove partite di fila ed anche lì si posiziona uno come trequarti ed uno più mediano”.
“Chi giocherà contro la Lazio? Averlo chiaro il giorno prima è difficile, gli allenamenti vanno visti per capire chi ha smaltito o meno la fatica. Ieri mezza squadra non s’è allenata, deve fare defaticante, dire oggi chi scenderà in campo diventa difficile. Stia tranquillo che le scelte le sbaglio, ma sono attento (ride, ndr). Diventa impossibile giocare con gli stessi e nell’arco di 3-4 partite giocheranno in tanti“.
Quale modulo sceglierà Spalletti?
Nelle prime tre sfide, il tecnico di Certaldo si è affidato al 4-3-3 che ha portato alle vittorie contro Verona e Monza e al pari contro la Fiorentina.
Contro il Lecce, invece, gli azzurri sono scesi in campo con il 4-2-3-1. Spalletti aveva la necessità di far rifiatare i alcuni giocatori e, soprattutto, era desideroso di vedere i nuovi acquisti all’opera.
Il risultato, però, non è stato dei più positivi, motivo per cui Spalletti potrebbe tornare di nuovo al 4-3-3 contro la Lazio.
Lazio-Napoli, sfida per il riscatto
Dopo il deludente pareggio casalingo contro il Lecce dello scorso mercoledì, il Napoli scenderà nuovamente in campo domani sera per affrontare la Lazio allenata da Maurizio Sarri. Appuntamento allo Stadio Olimpico di Roma alle ore 20:45.
Entrambe le squadre devono riscattare i risultati deludenti del turno infrasettimanale. Spalletti, che contro il Lecce di mister Baroni aveva optato per un innovativo 4-2-3-1, potrebbe già ritornare al canonico 4-3-3 nella sfida contro i biancocelesti.La Lazio, dal canto suo, avrà delle motivazioni in più per vincere dopo il cocente pareggio arrivato nei minuti di recupero in casa della Sampdoria. Si prospetta perciò una sfida intensa tra le due squadre.