Com’era forse preventivabile, ieri il Napoli non ha brillato, tutt’altro. Le scorie dopo la straordinaria vittoria in Champions League contro il Liverpool si sono viste e sentite, specialmente in quei calciatori che, al momento, non sono considerati titolari inamovibili.
Nella conferenza stampa post partita Luciano Spalletti ha sottolineato ancora una volta come “I giocatori devono rifiatare ed alternarsi“, specialmente in una stagione così diversa dalle altre come quella attuale, in cui si gioca letteralmente sempre ogni tre giorni.
Gran parte della vittoria contro il Liverpool è passata dal centrocampo, con le prove mostruose di Lobotka e Anguissa. Ieri, invece, Spalletti ha deciso di schierare nuovamente titolare Tanguy Ndombele, che ha però fornito un’altra prova opaca.
Esattamente come contro il Lecce, tuttavia, ieri il francese è rimasto in campo soltanto per i primi 45′, venendo in entrambi i casi rimpiazzato da Lobotka ad inizio secondo tempo. La differenza è apparsa evidente, come evidenziato anche da La Gazzetta dello Sport nella sua edizione odierna:
“Ndombele non si può discutere sotto il profilo della qualità tecnica. Però è ancora indietro fisicamente e, in una squadra che corre – di solito bene, oltre che a notevole ritmo – Tanguy pareva un pesce fuor d’acqua. I compagni non lo hanno tenuto al centro del gioco.
Nessuna bocciatura, la classe di Ndombele finirà col pesare nella stagione del Napoli, ma oggi il suo inserimento è un po’ complesso. Perché dare tempo a lui significa frenare un motore che invece, per altri versi, Spalletti ha ben lubrificato”.
Articolo modificato 11 Set 2022 - 13:56