Alla vigilia di Rangers–Napoli, Luciano Spalletti ha presentato la sfida in conferenza stampa, direttamente dall’Ibrox Stadium di Glasgow.
“Avevamo a disposizione un allenamento in più rispetto e per questa partita è tanta roba. Ho avuto la possibilità di vedere chi ha giocato domenica e come ha giocato. Poi giocare in questo stadio, con il clima della partita può cambiare molto. Il fatto di avere un giorno in più ti permette di pensare un po’ in più a quelle che sono le scelte”.
Che tipo di partita sarà? “Da un punto di vista fisico loro hanno avuto più vantaggi, è chiaro, visto che non hanno giocato. Ma per un evento del genere, sono cose che possono starci. Anzi, facciamo le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutta la Nazione. La partita sarà quella lì che ci aspettiamo. Loro, e intendo tutto l’ambiente Rangers, riescono a trasmettere tutto nei 90′. In quel momento devi saper reagire contro la pressione vocale, fisica ed emotiva che ti verrà contro. Li conosco bene i miei calcatori, però, e ho visto tanti segnali positivi da un punto di vista di ricerca di qualità solite in questo contesto. Li vedo molto più sicuri e tranquilli di poter andarsi a giocare la partita“.
Cosa ha pensato al momento dei sorteggi? “Che fosse un girone pieno di squadre storiche e che siccome queste competizioni non capita spesso di viverle, essere quelli che andavano in questi tipi di stadi doveva essere un vantaggio e una felicità in più“.
Difficoltà Rangers? “Loro subiscono la differenza di quando giocano in casa e fuori. Il clima che si trova in questo tipo di stadio diventa una spinta e una forza di energia superiore. Leggevo le interviste di alcuni calciatori che hanno giocato qui in passato e dicevano tutti che è impossibile non avere reazioni superiori al normale”.
Partita simile a quella di Firenze? “Come atteggiamento noi abbiamo giocato in stadi importanti anche l’anno scorso. Questa pressione l’abbiamo già trovata, con tanti tifosi sugli spalti che hanno dato tanta passione al proprio club. Quando si viene a giocare su questi campi non possiamo usare le stesse caratteristiche loro, altrimenti la perdiamo. C’è solo un modo per vincere: tenere palla e fare quello che vogliamo noi, o diventa difficile. Se pensiamo di randellare i palloni ed essere pronti a rifarlo dopo, diventa complesso”.
Simeone? “Noi abbiamo la partita con lo Spezia che pensavo di poter gestire meglio nella loro metà campo ma ci hanno reso la partita difficile. E nello stretto della propria trequarti era facile mettere Raspadori perché teneva palla spalle alla porta, era bravo tecnicamente, si spostava a destra e a sinistra. Ha corso più di alcuni dei miei centrocampisti. E domani forse ci vorrà qualcosa di differente, dovrò pensarci. Non si perde niente né con l’uno né con l’altro. Con Simeone si attacca di più la profondità, gli piace andare a guardare dietro la linea difensiva. Lui è fortissimo perché ha entusiasmo e la voglia di andarsi a prendere tutto“.
Troppe partite ravvicinate? “Noi siamo stati fortunati, qualche calciatore in più l’abbiamo usato e ci ha dato qualche contributo in più importante. Siamo a posto. Se dopo essere partiti si comincia a sentire già la fatica, diventa complesso. Quando un calciatore gioca tutta la partita, ciò che può dare fastidio e acido lattico sono gli ultimi 20 minuti. Lì si va a lavorare sulle scorie ma noi abbiamo lavorato tanto e cambiato tanto. Per me oggi è come la vigilia di Natale, domani andrò a scartare i miei regali. Questa è una competizione che ti rende talmente felice che si eliminano tante cose che sono successe”.
Messaggio ai tifosi? “Loro sono la vera penalità che abbiamo: non potremo fare turn-over con loro. Li vedremo tutti appesi al televisore per essere accanto ai propri idoli. Noi lo percepiamo. Però averne avuto un numero corretto ci avrebbe dato una mano ma sappiamo anche che loro ci guardano e che saranno lì a soffiare dalla parte giusta“.
Vedrà l’Ajax stasera? “C’è qualcosa di meglio da fare?”.