Milan-Napoli, guai a chiamarla già sfida scudetto, guai a ritenerla già decisiva, ma guai soprattutto a sottovalutare l’impegno. Queste le raccomandazioni di entrambi gli allenatori, consapevoli che si tratta di uno scontro diretto ma coscienti del fatto che non ottenere punti in questa gara non vuol dire quasi nulla ai fini della classifica, ma che significa tantissimo invece per il morale, soprattutto prima della sosta che arriva nel momento migliore di entrambe le squadre.
Il Milan gioca meglio, crea di più davanti al suo pubblico e non merita certamente di uscire dal campo sconfitto, nel calcio però si sa, vince chi fa più gol. Giocare bene, imporsi sull’avversario, dominare gran parte della gara molto spesso non basta, il Napoli ne è l’esempio più lampante degli ultimi anni. Gli azzurri non hanno vinto uno scudetto nel 2018 sotto la guida di Sarri, in quella stagione il Napoli appariva essere una macchina da guerra, un dominio valso 91 punti ma che alla fine non ha significato scudetto. Gli azzurri, quelli di Spalletti, ieri l’hanno vinta grazie al cinismo, alla freddezza e soprattutto alla consapevolezza dei propri mezzi.
Sottovalutato e con tutti i riflettori puntati addosso, Kvara si conferma, anche a San Siro, un cliente scomodo per le difese, come se la sfida con il Liverpool non fosse bastata. Politano freddo come il ghiaccio, dal dischetto non trema, petto in fuori e sguardo negli occhi di Maignan, uno che i rigori li pare e che di personalità ne ha da vendere. Infine il Cholito, arrivato a Napoli con l’etichetta di chi lo scudetto l’aveva sfilato dal petto degli azzurri e che aveva tantissimo da farsi perdonare. Poche chiacchiere, tanta voglia di essere protagonista e la grinta, quella di un argentino a Napoli che tanto è mancata ai tifosi. Entra e segna, un po’ come faceva un altro argentino soprannominato El Tanque. Da Cholito a Tanque il passo può essere breve, ad oggi però Simeone è già diventato l’uomo della provvidenza.
Metà settembre, ancora troppo presto per sparare sentenze, troppo presto per stare tranquilli, Napoli si è abituata ad essere in vetta negli ultimi anni, è ora di abituarsi a restarci in cima anche nel mese di maggio. Presto per le sentenze, mai troppo tardi però per ammettere che un avvio così, dopo gli addii dell’ultimo mercato, non se lo aspettava neanche l’uomo più fiducioso al mondo e forse anche per questo motivo questo sport è il più bello del mondo.
Riproduzione riservata
Giuseppe Ferrante