Gli uomini di Luciano Spalletti si sono comodamente sistemati in vetta alle classifiche di Serie A (a pari punti con l’Atalanta) e di Champions League, imponendosi su Liverpool e Rangers. La scalata è appena all’inizio, ma l’approccio di questa squadra rivoluzionata alle nuove sfide di questa stagione è stato più che convincente.
Miglior attacco nel campionato italiano, con 15 goal e seconda miglior difesa con cinque reti subite: discorso similare per la Champions, in cui sono stati sette i palloni messi in porta in due sole partite.
Azzurri al top, ma un dato fa riflettere
L’entusiasmo, papabile tra i tifosi, e la sorpresa da parte di tutti gli appassionati di calcio dinanzi a questa squadra orfana di calciatori che hanno segnato la storia del club come Insigne, Mertens e Koulibaly, sono più che giustificati. Ma c’è un dettaglio che può frenare queste prime sensazioni: il Napoli anche lo scorso anno dopo sette giornate era in testa alla classifica di Serie A, ma con quattro punti in più.
Nella scorsa stagione, infatti, il Napoli ha iniziato il campionato con ben otto vittorie consecutive, arrestato alla nona giornata dalla Roma con lo 0-0 all’Olimpico. La striscia di risultati positivi è proseguita fino al tredicesimo turno di campionato, quando a San Siro l’Inter si è imposto con un 3-2. Alla settima giornata, quindi, gli azzurri di Spalletti erano a punteggio pieno a quota 21 punti.
Anche sul piano realizzativo c’è una differenza da evidenziare: 18 i gol messi a segno e 3 quelli subiti nel campionato 2021/22.
Certo i successi in Champions League alimentano le buone speranze, ma sarebbe un errore sottovalutare questo confronto. Dopo la sosta la strada è ancora lunga.