Siamo a Bentivoglio, un paesino minuscolo nelle campagne che abbracciano la città di Bologna. Nessuno probabilmente si sarebbe aspettato che il pargolo nato il 18 febbraio del 2000 sarebbe tornato vestito di azzurro. Papà Michele e mamma Roberta scelgono il nome: “Giacomo“. Il bimbo viene poi portato a casa nella vicina Castel Maggiore (a due passi da Bologna).
Il fratello più grande, Michele, è portatore sano di una passione molto comune: quella bruciante per il calcio. Michele Raspadori è un nome conosciuto in zona poichè con le sue giocate si guadagna un posto nelle giovanili del Sassuolo. Il fratellino Giacomo ha dovuto aspettare di compiere 6 anni (l’età minima per poter giocare) per iscriversi alla scuola calcio locale del Progresso.
La maglia è troppo grande per il piccolo Jack, le maniche penzolano e Giacomo deve infilarla nei pantaloni per la foto di inizio anno. Lo sfondo di quella foto è una promessa del destino: il logo della Champions League negli occhi e nel cuore il sogno di vederselo cucito sulla spalla.
Quel bimbo a cui la maglia va larghissima diventa arte in movimento quando scende in campo: è magico con la palla tra i piedi, corre velocissimo, non si stanca mai e segna tantissimo. Al compimento dei nove anni, il Sassuolo capisce che non può farselo scappare e riunisce la famiglia Raspadori nelle giovanili dei neroverdi.
Giacomo, sempre più vicino a diventare “Raspadori” cresce nelle giovanili del Sassuolo e non si sposta più. Raspadori diventa il perfetto attaccante duttile: può fare la punta o l’esterno, non fa differenza: si diverte e fa divertire in ogni posizione.
Nel 2018 a Giacomo arriva un messaggio. Beppe Iachini lo ha chiamato in prima squadra per partita contro il Chievo. La giornata però non si giocherà, il mondo del calcio quel giorno si ferma per la perdita di Davide Astori.
Un anno dopo il Sassuolo scommette su Roberto de Zerbi in panchina che, alla prima giornata di campionato, fa esordire Raspadori in Serie A. È l’inizio di una storia e di una carriera ancora tutta da scrivere. Arriva l’esordio in nazionale ed inizia una trattativa estenuante con il Napoli in cui Giacomo spinge per potersi andare a giocare le sue carte in una big europea.
Domenica Jack torna nella sua Bologna da campione d’Europa con la nazionale e capocannoniere del Napoli in Champions League. Chi lo avrebbe detto che il bambino nato ventidue anni prima a pochi chilometri dal Dall’Ara sarebbe tornato vestito di azzurro?
Matteo Liguori
Articolo modificato 15 Ott 2022 - 12:50