Una delle sorprese di questo inizio di campionato in Serie A, è senza dubbio l’esterno offensivo del Sassuolo Luca D’Andrea.
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Dalla periferia di Napoli alla Serie A: alla scoperta di D’Andrea
Attaccante classe 2004 è nato e cresciuto in uno dei quartieri più difficili di Napoli ma la sua passione e il suo impegno lo hanno portato a calpestare i campi di Serie A.
Acquistato dalla Spal, il giocatore ha fatto tutta la trafila del club emiliano per poi, nel gennaio del 2022, approdare al Sassuolo firmando il suo primo contratto da professionista.
Il 17 settembre, giorno che difficilmente dimenticherà, è la data del suo esordio nella massima serie italiana contro il Torino, difatti, in quell’occasione, il tecnico dei neroverdi, Alessio Dionisi, senza alcuna paura lanciò il giovane calciatore dal primo minuto.
D’Andrea: “Sogno di giocare nel Napoli”
In particolare, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, D’Andrea ha svelato la sua fede calcistica e parlato anche di Maradona.
Di seguito le sue parole:
“Da piccolo mi parlavano solo di lui e cercavo i video. Mi sono innamorato di Diego. Sono tifoso del Napoli e il mio sogno è giocare lì”.
Sulla sua infanzia: “Il pallone mi ha aiutato, è sempre stato la mia ragione di vita. Io sono sempre stato con i ragazzi più grandi: ero bravo con il pallone e quindi mi accettavano. La testa e la mentalità mi hanno aiutato: ho visto anche molte cose brutte, ma quando mi accorgevo che stava accadendo qualcosa, andavo via. Sono cresciuto in fretta. Alcuni amici hanno preso strade sbagliate: succede a tanti in quel quartiere ma c’è anche molta gente onesta. La mia famiglia vive ancora lì: papà Antonio(39anni), mamma Mariana (36) e poi Pasquale (23), Mattias (12) e Simona (7). Il mio quartiere me lo sono tatuato sul braccio: io che gioco per strada accanto alle case”.
Sul rapporto con Raspadori: “Avevo un ottimo rapporto con Raspadori, mi spiegava i movimenti e come attaccare la porta: la voce di Jack ce l’ho sempre in testa”.