Tra ansie e gufate, altro che problema: il Mondiale può essere un doppio vantaggio per il Napoli

La marcia del Napoli di Luciano Spalletti è stata fin qui trionfale, tanto in campionato quanto in Champions League. Record su record stracciati e l’intensa sensazione che qualcosa di importante possa davvero accadere a fine stagione. Eppure le tante delusioni subite nel recente passato dalla tifoseria partenopea, fanno restare tutti con i piedi per terra. La stessa critica si divide tra chi iscrive il Napoli al ruolo di favorita per la vittoria dello scudetto, e chi invece ritiene quella degli azzurri una storia già vista.

Sosta per il Mondiale: la paura attorno al Napoli

Inutile fare voli pindarici, siamo ancora all’inizio“, si ascolta nei vari salotti TV, ma anche in radio, sui social o nei bar. E ancora “Il campionato è ancora lungo“, e infine “Dimenticate tutti che c’è il Mondiale, con una sosta di quasi due mesi può accadere di tutto. Nessuno è preparato ad un’eventualità del genere“. Già, perché il Mondiale in Qatar viene visto (o auspicato, a seconda dei casi, ndr) come uno spauracchio ben peggiore dei mostri di Halloween per il Napoli. Da temere c’è la sosta che potrebbe – sempre secondo i sedicenti esperti – intaccare il cammino fin qui quasi perfetto degli azzurri.

Nessuno si è soffermato, invece, a sottolineare come invece questa sosta possa essere un’opportunità di vantaggio per la squadra di Spalletti. E i motivi sono ben due.

Notizie Napoli: quanti calciatori andranno al Mondiale

Il primo, molto semplicemente, riguarda il principio di uguaglianza. A partecipare al Mondiale non saranno solo i calciatori del Napoli. Anzi, a conti fatti il tecnico di Certaldo vedrà lasciare lo spogliatoio solo 6 giocatori (Kim, Mario Rui, Olivera, Anguissa, Zielinski e Lozano), 7 qualora dovesse rientrare tra i convocati anche il Cholito Simeone. Un numero decisamente basso, se si considera che solitamente – per il giro di convocazioni consueto – il Napoli cede alle Nazionali fino a 15 calciatori contemporaneamente.

A conti fatti, tra le big di Serie A accreditate per la corsa al titolo, il Napoli è la società che manderà meno calciatori al Mondiale e, inoltre – non ce ne vogliano i giocatori azzurri -, le speranze per Nazionali come Corea o Camerun di fare un lungo cammino nella rassegna iridata non sembrano essere moltissime.

Squadre big Serie A: quanti calciatori andranno al Mondiale

Le avversarie del Napoli potrebbero, invece, perdere i propri campioni per molto più tempo. Il Milan dovrebbe avere ben 11 calciatori a Qatar 2022, l’Inter 7 giocatori, 10 calciatori al Mondiale anche per la Juventus, 7 per l’Atalanta e 8 anche per la Roma.

In particolare Milan e Inter, le due squadre che sembrano più attrezzate per avvicinarsi al Napoli, vedranno perlopiù calciatori di nazionalità argentina, olandese, francese o inglese, andare al Mondiale. Tutte compagini che sulla carta lotteranno per la vittoria e che quindi – sempre teoricamente – potrebbero avere un percorso lungo e più stancante di altre Nazionali.

Giocatori Napoli Serie A Mondiale
Giocatori big Serie A al Mondiale

Detto che un po’ tutte le squadre avranno da attendere l’esito del Mondiale per capire con quale stato di forma torneranno i calciatori, l’altro problema che si presenta è – appunto – la lunga sosta del campionato. Un periodo di stop così lungo equivale un po’ al termine del campionato, con l’incognita di cosa avverrà alla ripresa. Chiaro che “a perderci” possa essere solo il Napoli, visto il momento pressoché perfetto vissuto fin qui.

Prem’er Liga, la formula del campionato russo di calcio

Eppure, la vera differenza che molti sottovalutano o addirittura ignorano, è come nel Napoli ci sia qualcuno decisamente abituato a gestire una sosta così lunga a metà campionato: Luciano Spalletti. Sì, perché il tecnico ha già vissuto un’esperienza analoga: quando ha allenato lo Zenit San Pietroburgo.

Dalla stagione 2011-12, infatti, la Prem’er-Liga, il massimo campionato russo di calcio, si è adattato alla composizione dei maggiori campionato europei. In precedenza si partiva a marzo per finire la stagione a novembre. Adesso il campionato inizia ad agosto, si ferma a dicembre e riprende a febbraio. Ovvero circa due mesi fermo, lo stesso periodo che vedrà lo stop del Mondiale.

Sosta lunga due mesi, per Luciano Spalletti non è una novità

Luciano Spalletti – che ha occupato la panchina dello Zenit dal 2010 al 2014 – ha così avuto modo di abituarsi a questo tipo di meccanismo del campionato, vincendo per ben due volte il titolo (stagioni 2010 e 2011-12) e avendo perso il terzo (stagione 2012-13) a causa di una sconfitta a tavolino inflitta alla sua società per incidenti provocati dai tifosi del club.

Pertanto si può dire che quella che per i vari Pioli, Inzaghi e Allegri, è una totale novità per la gestione della preparazione e delle energie, per Spalletti non è altro che un tuffo nel passato.

Insomma, ciò che per altri è un’incognita, per il Napoli potrebbe anche rivelarsi un vantaggio.

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Pasquale Giacometti

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