L’inchiesta Prisma, che ha portato alle dimissioni del CdA della Juventus nella serata del 28 novembre, è ancora in corso. Nessuna sentenza è stata ancora emessa ma nel frattempo emergono nuove intercettazioni riguardanti il taglio stipendi chiesto dalla società ai giocatori durante la prima ondata Covid che ha portato all’interruzione dei campionati e delle competizioni europee dal marzo al maggio del 2020.
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Testimonianza Chiellini: “Non so se era corretto”
Nelle nuove intercettazioni emergono delle dichiarazioni dell’ex capitano della Juventus Giorgio Chiellini rese ai magistrati lo scorso 4 aprile. Ecco le sue parole riportate dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport che fanno emergere nuovi particolari:
Sullo stipendio percepito nella stagione 2019-20, dice: “Durante quel periodo di panico e difficoltà economica per la società, mi è stato chiesto di fare da tramite con il resto del gruppo per cercare di venirci incontro in questo momento straordinario che si era creato.
Ho cominciato a parlare con i compagni per capire la disponibilità a venire incontro ai problemi che c’erano in società. Problemi di solvibilità soprattutto per ché tutti gli introiti liquidi venivano a mancare. I miei riferimenti erano da una parte sia il presidente Andrea Agnelli sia Fabio Paratici, dall’altra tutti compagni.
Il problema maggiore della società era la liquidità a breve termine e poi c’era l’incertezza: non si sapeva cosa sarebbe successo, c’era il pericolo concreto che non si potesse riprendere a giocare. Dopo varie chiacchierate con società e compagni, quello che è stato fatto è quello di rinunciare a quattro mensilità in modo da permettere al club di risparmiare in un momento molto difficile con la promessa che, una volta ripresa la stagione, in base a quello che sarebbe successo (ripresa o meno del campionato) una parte sarebbe tornata indietro.
Una parte dei contratti sarebbe stata riadeguata in base a quanto avremmo giocato. Questa parte sarebbe oscillata tra le due e le tre mensilità. Da parte mia, a parte la soddisfazione per essere riusciti a trovare questo accordo, c’è stata la parola che poi queste intenzioni venissero riconfermate. Onestamente, poi, conoscendo come le persone della Juventus si sono comportate con me, non ho mai avuto dubbi. Se Andrea e Fabio danno la parola, non c’è ragione di temere”.
Inchiesta Juventus: Chiellini sui compagni di squadra
Su chi fosse favorevole dei compagni, e chi no, risponde: “Non è stato facile parlare con i miei compagni, ma hanno accettato con la promessa che, se la stagione fosse ricominciata, saremmo stati ricompensati e qualcosa avremmo ripreso. Tra noi abbiamo comunicato con telefono e chat. È stata fatta a pezzi. Ognuno aveva la sua opinione, non è stato semplice. Non ricordo con esattezza chi era favorevole e chi no, la disponibilità c’è stata da parte di tutti. A noi la rinuncia a prendere denaro per qualche mese non ci cambia. Ci tenevamo, invece, che tutto lo staff fosse retribuito regolarmente”.
Su cosa succedeva se un giocatore andava via, l’ex capitano bianconero dice: “Quello che a me è stato messo in busta l’anno dopo, sarebbe stato dato a chi andava via come incentivo all’esodo”.
Clemente Grimaldi