Il Napoli sta disputando una delle migliori stagioni della sua storia: la squadra di Spalletti è prima in campionato a +7 dal secondo posto e sogna quello scudetto che in città manca da più di 30 anni.
Merito di questa cavalcata è anche della società, capace di rivoluzionare la rosa e renderla molto competitiva, nonostante gli addii di leader come Koulibaly, Insigne e Mertens.
Tra le belle sorprese di quest’anno c’è sicuramente Giacomo Raspadori, arrivato ad agosto dal Sassuolo. Il numero 81 azzurro ha saputo sostituire alla grande Osimhen durante il periodo dell’infortunio e ha messo a segno già 5 reti in 18 presenze stagionali.
Intervista Raspadori DAZN, belle parole dell’attaccante del Napoli
L’attaccante azzurro è stato protagonista di “DAZN Heroes”: bellissime parole sul Napoli, sulla città e tanto altro. Di seguito le sue dichiarazioni.
“Ti rendi conto che sarai un protagonista della serata di Napoli-Juventus? Te ne rendi conto perché è quello che sognavo. Il bello di rendersene conto è che se sognavi una cosa e sei cosciente di quello che stai facendo, te la godi. Alla fine la mia passione è questa, giocare a calcio e divertirmi. Avere la possibilità davanti a un tifo del genere, davanti a tante persone, in una partita così importante ti carica di responsabilità, c’è la tensione giusta”.
“Si fa fatica ad abituarsi a vedere il proprio nome sulla maglietta, poi è ancora più difficile farlo se si vede su questo tipo di maglia così prestigiosa che è stata indossata da grandi giocatori. Ho conservato le maglie dei primi due gol: le custodisco a casa con cura e qualche volta le indosso. Sono ancora sporche da campo, non le ho lavate, così restano più uniche”.
Sul rapporto con Spalletti: “Con il mister sto cercando di migliorare su tutti quei dettagli che possono essere un valore aggiunto per la squadra e dare modo a me di esprimermi come singolo. Quello che vediamo prima delle partite poi ce lo ritroviamo in campo. È un grande aiuto perché se hai già visto la situazione prima, poi sai come comportarti”.
Sulla Nazionale: “Mister Mancini mi ha concesso una grande occasione, nonostante le poche presenze in Serie A. Non smetterò mai di ringraziarlo, mi ha dato l’opportunità di esserci all’Europeo: è stata un’emozione unica”.
“Quando ho scoperto di voler fare il calciatore? È sempre stata una passione forte, prenderla con ambizione e voglia ogni giorno mi ha dato la convinzione di crederci, c’era la certezza dentro di me perché ho dato il massimo”.
“Sono molto competitivo, o vinco o vinco. Può essere un grande pregio, ma anche un difetto perché ci sono partite che non mi fano dormire. Ad esempio, la mancata qualificazione ai Mondiali mi ha segnato molto, non è stato facile digerire quella sconfitta così tosta”.
Sul nuovo ruolo da protagonista con l’Italia: “Ti responsabilizza, ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni più grandi di me, come Chiellini, Bonucci e Florenzi, ma anche veterani giovani come Donnarumma e Barella. Tocca a noi andare a ricostruire e riportare l’Italia dove merita di stare. I talenti ci sono, l’entusiasmo c’è, la voglia di esprimersi nel migliorie dei modi c’è, possiamo farcela”.
Conciliare calcio e università, il segreto di Jack: “Mi è capitato di fare una partita e avere un esame il giorno dopo. Ho sempre pensato che scuola e università potessero andare di pari passo con lo sport. Sono ambiti che non tolgono l’un l’altro o niente, ti danno la possibilità di tenere la mente aperta e imparare tante cose. Io faccio scienze motorie, una facoltà legata all’ambiente sportivo quindi è un aspetto in più che ti porta ad avere conoscenze che ti possono servire nel pratico. Se riesci a capire perché vai ad allenare una certa caratteristica può essere un valore aggiunto”.
“Il movimento senza palla e il primo controllo sono le due caratteristiche dove penso di essere più bravo. Giocare in cortile con gli amici di mio fratello più grandi è stato un aspetto importante: la tecnica di base la impari giocando per strada”.
Sul numero di maglia “conteso” con Simeone: “Il Cholito è arrivato prima di me e ha preso il 18, il numero che avevo al Sassuolo e giorno della mia data di nascita. Ho deciso di invertire le cifre e prendere l’81, anche perché il prefisso di Napoli è 081, quindi c’è anche una motivazione sotto“.
“Spesso io e Simeone andiamo all’allenamento in macchina insieme. Da Posillipo a Castel Volturno ci vuole un po’ di tempo, ci facciamo compagnia. Alcune volte c’è anche Sirigu, ci alterniamo. In macchina parliamo di tante cose, siamo delle menti sopraffine (ride, ndr)”.
“A Osimhen toglierei il colpo di testa, è pazzesco. Al Cholito il movimento in area, come si muove è veramente forte. A Politano il tiro a giro. A Kvara e Lozano l’uno contro uno”.
“Napoli è stata la mia prima scelta, ho sentito forte interesse della società e del mister: sentivo che era il momento giusto di alzare l’asticella. Sono sincero, è stata una scelta che ho preso in un attimo, perché penso che Napoli sia il posto migliore per potersi esprimere, crescere e imparare nuove cose”.
Le zone preferite di Napoli: “Posillipo, dove vivo, mi piace tantissimo. Svegliarsi la mattina e vedere il mare è una cosa strana per noi emiliani, devo farci l’abitudine. Ho visto anche il centro storico e i Quartieri di sera, ma vorrei approfondirli con più calma, sono posti unici al mondo. Ho fatto da Cicerone ai miei nonni e li ho portati a visitare Piazza del Plebiscito“.
“Dal punto di vista dell’alimentazione è difficile resistere a tutte le tentazioni di Napoli, ma è giusto provarle, giocando ogni tre giorni si può fare, ma bisogna stare attenti. La mozzarella di bufala è qualcosa di diverso, è buonissima”.
Articolo modificato 12 Gen 2023 - 11:46