La settimana appena trascorsa è stata vissuta con molta intensità in quel di Napoli. Dagli scontri in A1 con i tifosi romanisti, all’attesa per la sfida contro la Juventus fino ad arrivare al clamoroso 5-1 inflitto ai rivali bianconeri, teatro delle vicende che andremo a raccontare.
Se c’è infatti un solo elemento che accomuna gli eventi già citati, esso è il tifo, malato da una parte e genuino nonché passionale dall’altra. 5 giorni vissuti nel panico, con l’ansia di vedere chiusa la propria curva a pressare da dietro, assaliti dalle critiche di chi, troppo maliziosamente, tende al fare di tutta l’erba un fascio quando si parla di tifo partenopeo.
L’etichetta di “tifoso violento“, che i media hanno impresso sui supporters partenopei, va ben oltre quella mentalità ultras troppo infangata da chi ne sta fuori, dipingendo di marcio anche il genuino tifoso partenopeo che magari in curva non c’è mai stato. Come al solito, però, Napoli ed i napoletani hanno saputo rispondere al meglio e come solo questa città e questo popolo sa fare.
Contrariamente a quanto spesso succede ai napoletani in altri stadi, al Maradona il clima d’accoglienza veglia su quasi tutti i settori dello stadio. Giungono numerose le testimonianze di tanti bambini di fede bianconera presenti ieri allo stadio con la propria maglia della Juve.
La reazione dei napoletani? Nessuna, o meglio, niente di quanto più negativo si possa erroneamente immaginare. Urla, schiamazzi, sani sfottò, risate e persone felici che, come testimoniano le varie foto condivise sui social, hanno reso l’ambiente sugli spalti ancor più emozionante.
Oltre alla classifica, Napoli ha dato una potente spallata a tutta le critiche mosse dall’Italia verso la città, perché di maglie al contrario, al Maradona, ieri non ce n’era proprio traccia.
Mario Reccia
Articolo modificato 14 Gen 2023 - 17:24