Luciano Spalletti ha dismesso il vestito elegante dopo le primissime partite al Napoli e da circa due anni indossa la tuta. E sta dimostrando, quest’anno, che probabilmente è reale l’espressione: “L’abito non fa il monaco“.
Questo post in breve
Sta insegnando calcio in Serie A, e lo ha fatto anche in Europa quando si è giocato la Champions League. Attualmente è a +10 dal secondo posto (potenzialmente +7 dal Milan) e sta costruendo, passo dopo passo, il sogno del Napoli di vincere lo Scudetto.
Tuta o vestito non importa: a Napoli lo aveva insegnato già Maurizio Sarri che, pur non vincendo trofei, è rimasto nella mente di tutti i tifosi azzurri che ancora ricordano il modo di giocare delle sue squadre.
Ora tocca a Luciano Spalletti svestire l’eleganza impattante della figura dell’allenatore per donarla al campo, ai suoi calciatori e a tutti i tifosi del Napoli.
Ma non sono tutti sulla stessa lunghezza d’onda. A Massimiliano Allegri – che ieri sera ha vissuto una notte horror e una serata d’insegnamento – la tuta proprio non piace. E lo ribadì in una delle sue interviste a Sky Sport nel lontano 2013. Anzi, non solo non ama la tuta, multerebbe anche gli allenatori che la indossano a bordo campo.
“Io, gli allenatori che si presentano a bordocampo con la tuta li multerei: stai rappresentando la società, non puoi metterti la tuta!”.
Ieri – al Maradona – la prova del 9: la tuta batte il completo elegante con soprabito annesso. È 5 volte più performante a bordocampo e ribadisce la realtà dell’espressone: “L’abito non fa il monaco” o, almeno: l’abito non fa di Spalletti un monaco.
Articolo modificato 14 Gen 2023 - 09:27