Il calcio italiano è stato nuovamente scosso da un evento che resterà nella storia: la penalizzazione di 15 punti alla Juventus inflitta dalla Corte d’Appello FIGC è sicuramente la notizia clou degli ultimi giorni.
Dopo che la Procura Federale ha chiesto di riaprire il caso plusvalenze, il club bianconero è stato sanzionato con una pesantissima penalizzazione e ha visto crollare le possibilità di recuperare il passivo di -10 dal Napoli capolista (adesso diventato -27).
Caso plusvalenze, pochi rischi per il Napoli per l’affare Osimhen
La Juventus è stata l’unica squadra sanzionata delle nove società (Genoa, Sampdoria, Parma, Pisa, Empoli, Pescara, Pro Vercelli e Novara) finite sul banco degli imputati, ma il processo plusvalenze potrebbe non finire qui.
Il Napoli, inizialmente indagato per l’affare Osimhen, è stato già prosciolto dai giudici federali, ma l’edizione odierna de “Il Mattino” rivela un’ulteriore novità e fa il punto della situazione.
La Procura di Napoli si è presa altri sei mesi di lavoro per indagare a fondo sul caso Osimhen, arrivato a Napoli dal Lille nel 2020 per 52 milioni cash più i cartellini del portiere Orestis Karnezis e tre giovani della Primavera (mai aggregati al club francese).
Il pm napoletano Francesco De Falco ha notificato a tutti i protagonisti di questa vicenda un avviso di proroga delle indagini.
Ma il Napoli e i suoi tifosi possono stare più tranquilli, una stangata come quella inflitta alla Juventus è praticamente impossibile. È lo stesso quotidiano a spiegare il motivo.
“Ora si attendono verifiche sul piano penale e disciplinare, anche se in attesa di leggere le motivazioni della stangata alla Juventus c’è un dato di fatto: sul caso Osimhen mancano intercettazioni e mail dalle quali emergerebbe il presunto metodo usato dal club bianconero per costruire bilanci quanto meno sospetti. Un particolare che dovrebbe fare la differenza tra Napoli e Torino”.