Tredici gol in quindici partite: lo score di Victor Osihmen, capocannoniere della Serie A, va aggiornato di partita in partita. Una media gol impressionante, con lui in campo il Napoli parte sempre 1-0.
Dopo diversi problemi fisici e le prime stagioni con qualche difficoltà, adesso l’attaccante nigeriano si è finalmente consacrato e sta mostrando tutto il suo potenziale.
La forza del numero 9 azzurro è sotto gli occhi di tutti e i complimenti arrivano da tutte le parti del mondo. Oggi, lo storico bomber azzurro Antonio Careca, intervistato ai microfoni de “Il Mattino”, ha elogiato così Osimhen.
“Osimhen simile a me? Siamo diversi, ma tutt’e due forti, credo. Osimhen più alto e più forte fisicamente, bravo a giocare negli spazi larghi. Io ero più a mio agio in quelli corti, interessato più all’aspetto tecnico che a quello tattico. Mi colpisce la fame di Osimhen: va in campo con determinazione e voglia di gol, per segnare e creare spazi ai compagni con i suoi movimenti, non è una punta centrale statica”.
“A chi assomiglia? A se stesso, ha caratteristiche uniche. Un po’ come Haaland, l’asso del City, che sembra pesante e invece ha una straordinaria agilità. Osimhen sta facendo grandi cose dopo aver superato tanti problemi fisici e non ha ancora mostrato il meglio di sé: i margini di miglioramento sono notevoli. Intanto, la sua regolarità colpisce: segna sempre. Ha una forza di volontà incredibile e poi è come se la palla cercasse lui e non viceversa. Si posiziona benissimo, è sempre nel vivo dell’azione”.
“Il Napoli gioca meglio di tutti, il distacco rispetto a Milan e Inter lo conferma. La Juve è uscita definitivamente dal discorso dopo la penalizzazione. Ma non sono le altre ad avere dei limiti: è la squadra di Spalletti che ha un passo straordinario, grazie alla qualità dei suoi calciatori e alla fame di successo che hanno. Vanno sottolineati anche i meriti dell’allenatore e del suo staff, oltre a quelli di De Laurentiis e del direttore sportivo Giuntoli: questa squadra è stata ricostruita, dopo la partenza di giocatori importanti, con ottimi investimenti tecnici e senza spendere troppo. E poi c’è altro perché la bravura di un calciatore o di un allenatore non è tutto. C’è questo grande spirito di corpo che spinge il Napoli. È una famiglia, si vede dall’entusiasmo con cui i ragazzi si abbracciano dopo un gol. Era la stessa atmosfera che si viveva ai nostri tempi”.
Sull’alternanza campionato e Champions League: “Spalletti ha una rosa ampia e forte, saprà gestire il doppio impegno. Mi fa piacere che il Napoli affronti l’Eintracht: le squadre tedesche ci portano bene, noi vincemmo la Coppa Uefa battendo in semifinale il Bayern e in finale lo Stoccarda. E io giocai quella partita anche se la sera prima avevo la febbre a 40°. Non me la sarei persa mai, quella finale era la “picanha”, il pezzo di carne, come diciamo noi brasiliani. E feci anche gol. Il Napoli può arrivare alla finale di Champions perché fino alle semifinali c’è la doppia gara e può rimediare a un’eventuale sconfitta”.
Articolo modificato 23 Gen 2023 - 10:37