Spalletti in conferenza: “Avremmo fatto questo campionato anche con Mertens, Koulibaly e Fabian”

Il Napoli continua la sua marcia trionfale in Serie A. Gli azzurri vincono anche a Reggio Emilia al Mapei Stadium in casa del Sassuolo.

Il risultato finale recita 2-0 per il Napoli. Le reti decisive portano la firma di Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen.

Nel post partita, Luciano Spalletti, tecnico del Napoli ha parlato nella consueta conferenza stampa e ha analizzato il match appena vinto.

Spalletti Napoli
Luciano Spalletti (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Di seguito le parole del tecnico di Certaldo:

“Questa vittoria per la forza dell’avversario è diversa dalle altre, forse sono troppo pignolo se penso che dobbiamo avvertire il pericolo. Il Sassuolo ci assomiglia tanto, costruisce dal basso, fa circolare la palla velocemente, sa ripartire. Assume un valore maggiore questa vittoria qui, che ci permette di preparare meglio la partita di martedì con l’Eintracht Francoforte. Noi abbiamo le nostre certezze, le porteremo sul loro campo”.

Dedica per la vittoria?
“A tutti quei calciatori che hanno avuto la disponibilità di apprezzare il lavoro, il modo di lavorare, di darci una mano per fare quante più vittorie possibili. Ai tifosi del Napoli, stasera lo stadio era pieno di napoletani e chi vuole bene al Napoli: è una cosa di cui dobbiamo essere orgogliosi, ci sono tanti che pregano affinchè noi vinciamo le partite. Dobbiamo fare di tutto per restituire la felicità che i napoletani meritano”.

Come sta Osimhen?
“Victor sembra che sia tutto apposto per i primi accertamenti fatti dai medici, poi si approfondirà”.

Squadra riazzerata in estate?
“Ho pensato che ogni giocatore che allenavo era quello più forte che mi poteva dare la soluzione corretta. Ci sono state esigenze societarie che hanno portato a questo, anche se fossero rimasti Mertens, Koulibaly e Fabian avremmo fatto un campionato importante: il torneo attuale viene fuori da ciò che è stato costruito lo scorso anno. Ad alcuni servono tre-quattro anni per costruire, io in un anno dovevo vincere: va bene starvi sui coglioni, ma andrà modificata questa cosa altrimenti è troppo facile”.

Perchè Olivera oppure Mario Rui?
“Sono due calciatori differenti, diventa difficile scegliere con giganti come Kim e Di Lorenzo, anche Rrahmani che difensivamente è una roba incredibile come attenzione e continuità: ora sceglie meglio, va meno in apprensione. In altri ruoli è più facile: Mario Rui ha qualità indelebili quando ha palla, poi da un punto di vista di impatto fisico ha meno di Olivera che ha un motore superiore sulle distanze e sulla forza. Ci vogliono tutti e due, l’essenziale è che non ragionino come i calciatori deboli: nel senso che pensino di essere due riserve o che contino i minuti che non vengono giocati. Non è che sei mio amico solo se mi dai la maglia, si fa sempre un discorso collettivo e di traguardo di squadra, si ha bisogno di tutti. Anche Zerbin in cinque minuti ha fatto vedere di essersi allenato bene, può giocare in molte squadre di Serie A, bisogna stare attenti. Stanno reagendo tutti bene”.

“Quando si tiene palla si soffre di meno, altri allenatori dicevano che è meno facile prendere gol quando ce l’hai tu. Il pubblico s’è divertito, ha partecipato ed era sopra la palla, scorreva bene in una gara di qualità”.

Un regalo speciale per le 1000 panchine?
“Devo pensare al sonno perso da recuperare per quante volte si gioca, l’esperienza serve soltanto per saper riconoscere quelle cose che devi andare a prendere e che ti passano davanti, per riconoscere le cose che non sai”.

“Abbiamo fatto bene sia nel primo sia nel secondo tempo, c’eravamo creati le possibilità per segnarne altri. Li abbiamo fatti su due strappi individuali, di qualità, che fanno parte del bagaglio tecnico dei giocatori. Quando c’è servito avvantaggiarci del gioco di squadra non ci siamo riusciti, quando mancano gli strappi individuali è sempre il collettivo a salvarti: ad essere pignoli la squadra si era costruita la possibilità di fare altri gol pressando alto gli avversari. Alcune volte al limite della nostra area non riusciamo a sentire bene l’alert del pericolo, viviamo come se avessimo noi il pallone: non siamo stati feroci come meriterebbe la situazione, ma stasera grandissima vittoria e grandissima partita. Se la paragono con le ultime vittorie, è stata quella fatta meglio dal punto di vista dello scorrimento della partita, ma l’abbiamo vinta con Kvaratskhelia che parte da lontano con questa sua leggerezza da farfalla nell’andare a portare palla in avanti, svolazza e cambia direzione. Poi con un gol incredibile di Osimhen, che gliene sono capitati di più facili e non riusciti a farli. Non dobbiamo però aspettare le giocate incredibili per segnare”.

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