Khvicha Kvaratskhelia si è preso il Napoli e lo sta trascinando nell’Olimpo delle grandi squadre d’Europa. I sogni azzurri di questa stagione sono iniziati con la rivoluzione attuata dalla società che ha scelto di puntare sugli ormai noti volti nuovi e ha vinto ogni scommessa.
Kvaratskhelia è diventato il fenomeno di cui si parla in ogni angolo del mondo. Il New York Times ha intervistato il fantasista georgiano che ha raccontato il “suo” Napoli e la sua prima grande esperienza calcistica.
Tendo a essere grato per ogni pezzo di amore e affetto che le persone mi mostrano. Per me è anche fonte di motivazione e ispirazione. È una responsabilità enorme e devo dimostrare ogni partita che posso fare come ho promesso.
Khvicha Kvaratskhelia, poi, ha parlato anche del suo modo di stare in campo e del rapporto con Luciano Spalletti che ha migliorato le sue qualità e la sua mentalità.
Quella libertà di gioco è la mia firma. Amo quello che faccio: quando gioco, in un certo senso, la libertà mi porta via.
Spalletti? Con lui c’è stata una bella chiacchierata. Mi ha detto cosa avrei dovuto fare per la squadra. Abbiamo parlato molto di come migliorare sul lavoro difensivo, di far parte del gioco di squadra e dell’importanza dello spirito di squadra. Questo è ciò che è veramente importante per lui: lo spirito. Gli allenatori italiani sono famosi, sanno come far giocare i giocatori.
Giochi con il cuore, con passione, ma giochi anche con il tuo cervello cosciente. È un modo di giocare più consapevole, basata su ciò che hai imparato in allenamento, sugli errori che hai fatto in precedenza, sulle opzioni che ci sono. Il modo in cui gioco è sia cuore che pensiero cosciente: se non usi il cervello, non migliorerai mai. Sento che il mio gioco è stato integrato nel modo in cui le squadre si schierano contro di noi.
Articolo modificato 14 Mar 2023 - 20:17