Le gioie portate dal Napoli sul campo, con l’accesso ottenuto ai quarti di Champions come ulteriore successo di questa gloriosa annata, non bastano a creare quest’oggi un clima del tutto disteso fra i tifosi. È ancora tanta infatti l’amarezza dopo i disordini in città di ieri, fra conto dei danni e dibattito politico alla ricerca delle responsabilità.
Nella conferenza stampa di oggi, Aurelio De Laurentiis ha lanciato un segnale forte a tutto il mondo del calcio, rivolgendosi a chiare lettere anche a quella piccola fetta di tifo azzurro che nelle scorse ore ha provato a gettare benzina sul fuoco creato dalla presenza del tifo violento tedesco in città, creando pericoli ma non particolari danni.
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De Laurentiis guida la lotta contro il tifo violento
Il presidente ha voluto così affermare un “no” deciso ad ogni forma di violenza associata al calcio, a prescindere da chi ne sia l’autore, analizzando il problema del tifo violento come mai fatto forse nemmeno dalla politica e mostrandosi pienamente consapevole delle dinamiche che lo muovono.
E stavolta a De Laurentiis non può nemmeno essere rimproverata la sua tradizionale verve comunicativa, che spesso ha reso particolarmente complicato il suo rapporto col tifo napoletano. Perché coloro che ieri hanno provato a rovinare in ogni modo la bellissima atmosfera che il tifo napoletano più sano ha creato allo stadio, incitando lealmente un Napoli autore dell’ennesima prova spettacolare, non meritano nemmeno di essere associati alla parola “tifoso”.
Il tifoso ha come sola e unica priorità il supportare il proprio club dovunque lo necessiti in modo caloroso, ma sempre pacifico e rispettoso. Il vero tifo è quello che alla violenza vista per le strade durante la giornata ha risposto con i cori sugli spalti e i balli fuori allo stadio, quello che nel giorno di un match di Champions League si è fatto coinvolgere solo dalla passione dell’evento e non da inutili rappresaglie.
De Laurentiis a tutela del tifo pacifico
Non va dimenticato poi che spesso le azioni violente di pochi hanno finito per danneggiare tutto il tifo indistintamente, come successo con lo stop alle trasferte imposto dopo gli scontri fra napoletani e romanisti sull’autostrada. Proprio per questo, una tale presa di posizione del club diventa ancor più importante per tutelare gli interessi di tutti quei tifosi ingiustamente danneggiati da misure non solo inique, ma anche oramai totalmente incapaci di contrastare il fenomeno del tifo violento.
De Laurentiis, durante la conferenza, ha anche provato ad abbozzare delle possibili linee di intervento da seguire per poter estirpare questo male dal mondo del calcio, designandone soprattutto i soggetti responsabili. Un male che non ha né una bandiera, né un proprietario preciso, ma che può essere sconfitto solo se affrontato con serietà da tutti coloro che dovrebbero assumersene il compito, a livelli ben più alti rispetto a quello del patron azzurro.