Beppe Accardi, agente di calciatori e dirigente, è intervenuto a Radio Marte per parlare del Napoli, ma anche della Nazionale Italiana, sconfitta dall’Inghilterra per 1-2 al Maradona. Ecco quanto evidenziato:
Non paragonerei il Napoli di Sarri a questo. Perché erano campionati diversi e momenti diversi. Sicuramente il fatto che Spalletti resti a Napoli è una bella notizia perché ha plasmato questa squadra a sua immagine e somiglianza. Restare, dunque, potrebbe significare continuare a intraprendere un percorso che può continuare a portare risultati importanti. E poi le emozioni che ti dà una piazza come Napoli non le dà nessun altra piazza.
Retegui e gli attaccanti italiani
In merito all’Italia vista ieri posso dire che la situazione degli attaccanti italiani si deve risolvere. Come? Lavorando ed avendo il coraggio di far giocare i calciatori dei nostri settori giovanili, dargli la possibilità, come succede all’estero, di farli giocare per fare le loro esperienze. La differenza è che l’attaccante argentino che ieri ha segnato, che non gioca in Argentina ma in Messico – ed è in prestito – è un attaccante che gioca da giovanissimo. Ed oggi ha esperienza. In Italia, quindi, dobbiamo avere il coraggio di dare la possibilità ai nostri giovani di crescere e sbagliare. Il dramma è che prendiamo tutti all’estero. Questo è il grande problema.
Il paragone tra Insigne e Kvara
Il pallone d’oro oggi, tra Kvaratskhelia e Osimhen, lo darei al georgiano perché si è inserito in un calcio diverso e ha fatto la differenza. Oggi per me lui è uno dei giocatori più forti al mondo. E poi lo darei a Giuntoli che ha scelto entrambi. I paragoni tra calciatori preferisco non farli: sono scomodi e difficili. Kvaratskhelia e Insigne sono così diversi. Il primo è un giocatore che sta dimostrando di diventare il Top. Insigne grandissimo, ma se paragonato direttamente al georgiano, ha per me qualcosa in meno.