C’è grande attesa a Napoli per la probabile vittoria del terzo scudetto della squadra della città. La SSC Napoli, guidata da Luciano Spalletti, ha un ampio margine di vantaggio sulle inseguitrici e ciò permette ai tifosi di prepararsi con largo anticipo alla festa che sarà.
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Con l’aumentare delle aspettative, però, aumentano anche le preoccupazioni per l’ordine pubblico, con l’intenzione da parte delle forze dell’ordine di chiudere alcune piazze della città di Napoli o, per meglio dire, consentirne l’accesso in maniera contingentata. A riferirlo è l’edizione odierna di Repubblica che riporta anche le motivazioni spiegate dal sindaco della città, Gaetano Manfredi.
Ecco quanto evidenziato:
De Laurentiis è atteso in prefettura alla riunione del comitato per l’ordine pubblico convocata dal prefetto Claudio Palomba. Si parlerà sia di quanto accaduto nei giorni scorsi, sia delle strategie da mettere in campo in vista del finale di stagione: dalla gara di Champions League del 18 aprile contro il Milan, alla gestione dei festeggiamenti in caso di vittoria dello scudetto.
“L’affluenza – spiega il sindaco Gaetano Manfredi – è stabilita dalla prefettura. Il decreto Gabrielli approvato dopo gli eventi di Torino che prevede un numero contingentato di presenze per garantire la sicurezza”.
La vicenda risale a quanto accadde la sera del 3 giugno 2017, a Torino, in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Al tempo fu installato in piazza San Carlo uno dei due maxischermi per permettere ai tifosi juventini rimasti in città di seguire in diretta la partita che si disputava a Cardiff. Al termine del match si scatenò un fuggi fuggi generale causato da un gruppo di malviventi che, utilizzando spray urticante, provarono ad aprirsi la strada dopo aver rubato oggetti di valore tra il pubblico. In piazza si scatenò il panico anche perché poche ore prima Londra era stata vittima di un attentato con 8 morti, dando vita al terrore tra i tifosi ammassati a Torino.
I presenti, presi dal panico, crearono, nel fuggire, una calca che provocò più di 1600 feriti e la morte di due donne e un uomo. La prima dopo dodici giorni di agonia; la seconda, rimasta inizialmente tetraplegica, deceduta dopo diciotto mesi. Il terzo dopo un calvario durato due anni e mezzo e l’amputazione di un piede.
Articolo modificato 6 Apr 2023 - 10:44