L’ex difensore e capitano del Napoli Paolo Cannavaro ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna de Il Mattino. Tra i temi trattati ovviamente c’è lo Scudetto di questo Napoli di Luciano Spalletti ed invece gli anni in cui Paolo Cannavaro ha potuto solo sognare di alzare il trofeo, come invece farà a breve Giovanni Di Lorenzo.
Di seguito le parole evidenziate dalla nostra redazione:
Questo post in breve
È lo scudetto dei tifosi che erano a Gela o Manfredonia, di quelli come me che nel 2007 lo hanno riportato in Serie A, di chi ha vissuti gli anni bui della discesa negli inferi del calcio e ora si gode una gioia unica.
Scudetto che torna al Sud? Non do importanza a queste cose, mi stancano questi luoghi comuni del riscatto sociale. Direi piuttosto che è lo scudetto della lungimiranza e di un modello di club che fa invidia all’Italia. È lo scudetto di un presidente che veniva preso per un folle e invece alla fine ha avuto ragione.
I primi due scudetti? Ero molto piccolo, per me la partita si racchiudeva nel boato del pubblico. Da casa mia alla Loggetta mi immaginavo tutto sentendo le grida dei tifosi.
Mi aspetto una festa interminabile, che può durare fino alla prossima stagione. Io sono a New York e festeggerò con i napoletani che sono qui.
Invidia non è la parola giusta, ma sarei falso se dicessi che da capitano del Napoli non ho sognato questo momento tantissime volte. Ci ho provato sempre e ho il rammarico di non esserci riuscito, anche se con Mazzarri ci siamo andati vicinissimo ed ho quel rimpianto.
Non vincemmo il campionato perchè Cavani ad un certo punto smise di segnare e non avevamo alternative come Raspadori o Simeone che ci sono ora per far rifiatare Osimhen, altrimenti magari sarebbe finita in un altro modo.