Pochi minuti fa è terminata la sfida valida per la 33° giornata di Serie A tra Udinese e Napoli. Dopo 33 anni di lunga attesa, i partenopei hanno conquistato lo Scudetto, il terzo della storia della società. Agli uomini di Spalletti è bastato un pareggio per laurearsi Campione d’Italia.
Dopo il triplice fischio dell’arbitro, grande festa alla Dacia Arena, così come allo Stadio Diego Armando Maradona e nelle piazze di Napoli.
Le parole di Spalletti nel post-partita: la dedica al Napoli
Dopo alcuni minuti di pieni festeggiamenti sul campo e nello spogliatoio, come dimostrato dalle immagini in diretta su DAZN e dalle dirette dei calciatori del Napoli, Luciano Spalletti è intervenuto ai microfoni di DAZN per commentare il momento:
Come stai che emozioni provi? Il problema per quelli che sono abituati a lavorare è che non riescono a gioire neanche nelle vittorie, perché si riprende subito a lavorare. Bisognerebbe fermarsi per festeggiare.
Vedere i partenopei sorridere è la più grande emozione, sono loro che ti trasferiscono l’emozione. Il problema era arrivare a questo punto qui perché hai sul groppone il sentimento di una città intera. Ci saranno molte di queste persone che nei loro momenti duri ripenseranno a questi momenti per superarlo. Ora ti senti più rilassato per aver concesso a loro questa felicità.
Come ho detto prima a Napoli hanno visto dei grandi allenatori, dei grandi giocatori. Dentro questo risultato c’è anche la protezione di Maradona. Il primo obiettivo era di mantenere il Napoli dentro la Champions e ci siamo riusciti. L’anno scorso quando ho detto che si doveva provare a vincere il campionato mi sono saltati addosso perché avevo detto qualcosa di troppo grosso, qualcosa che andava aldilà. Non abbiamo mai messo in discussione quello che era l’obiettivo che mi era stato chiesto.
Le dediche di Spalletti per la vittoria:
La prima alla squadra, ai calciatori che meritavano questa felicità. La seconda a tutto il pubblico, Napoli è per teeeee. A tutti quelli che lavorando dentro il Napoli, al direttore. Poi alla società e poi anche a Matilde che è mia famiglia e a tutta la famiglia, a mio fratello Marcello (piange).