Al margine dell’evento tenuto a Roma, alla Zecca dello Stato, per presentare le due medaglie celebrative della vittoria dello scudetto del Napoli, il presidente Aurelio De Laurentiis ha rilasciato delle dichiarazioni importanti sul futuro di Spalletti.
Ma non solo Spalletti: il presidente del Napoli, sempre nell’intervista rilasciata a Sky Sport, ha parlato anche del gruppo del Napoli dispensando anche una battuta su capitan Di Lorenzo.
Non amiamo la parola divisione, perché per noi è un concetto che non esiste. Perché loro hanno vinto? Perché sono un gruppo. Quindi, la divisione tra chi è il numero uno, chi il numero due ecc. non esiste. E questo lo deve anche a questo grande campione, questo grande capitano. Lui con grande modestia e grande serenità sa condurre per mano un gruppo, va d’amore e d’accordo con tutti. È un capitano unico.
Poi interviene Di Lorenzo:
Negli anni 80/90 c’era Maradona sulla medaglia e ora io? Fa un certo effetto… Questa medaglia però non rappresenta me, ma tutta la squadra, per il campionato che abbiamo fatto. È un qualcosa di unico, come sarà unica anche questa medaglia. Chiederò di avere il numero 22, ci proverò (ride, ndr). Mi farebbe piacere averla perché è una cosa che rimarrà per sempre e mi ricorderà di questa stagione incredibile.
A quel punto riprende la parola De Laurentiis che “redarguisce” il suo capitano:
Il capitano mi preoccupa perché vuol vivere di ricordi. Devi pensare al futuro, non ai ricordi. Questa medaglia è un emblema iniziatico di un percorso che si deve sempre ripetere. Il dito va puntato verso il futuro, la parola futuro è sinonimo di successo. Questo è l’emblema e la caratteristica che contraddistingue un semplice capitano, un presidente al loro servizio e una città insostituibile.
Ho sempre detto che Spalletti è un grande, io sono andato a riperticarlo nel bosco verticale a gennaio e quindi voglio dire me ne sono assunto tutta la responsabilità di questa scelta. Anzi, quando lui stava in Russia e stava per andare alla Roma e all’Inter quante volte gli ho fatto la corte? Delle volte è venuto a trovarmi in ufficio camuffato per non farsi riconoscere, a volte mi spaventava perché pensavo fosse qualcuno che volesse aggredirmi perché non lo riconoscevo. Spalletti è un personaggio particolare ed emblematico di un calcio spettacolare e forse irripetibile.