Alessandro Renica ricorda un momento triste della sua vita e l’incredibile vicinanza dimostrata da Maradona
L’impresa del Napoli di Spalletti sarà ricordata per sempre. I ragazzi del mister di Certaldo sono riusciti ad interrompere un digiuno lunghissimo, ben 33 anni di attesa dall’ultimo Tricolore. La città è letteralmente esplosa di gioia, in ogni angolo di qualsiasi strada è stata esposta una bandiera azzurra, simbolo della squadra partenopea.
Per non parlare delle interminabili feste che si sono svolte in città dal momento della matematica vittoria, ad Udine, al momento del sollevamento al cielo dell’ambita coppa da parte di capitan Di Lorenzo. Una festa interminabile, seguita in tutto il mondo. Per più di qualche giorno la città di Napoli è stata al centro dell’attenzione mondiale, tutti hanno compreso la grandezza dell’impresa degli uomini di mister Luciano Spalletti.
Le analogie con il primo Scudetto, quello dell”87, e con il secondo Scudetto, quello del ’90, sono tante. Tuttavia, la vera differenza sta nella composizione della rosa. Il Napoli di Spalletti faceva della collettività il suo punto di forza, nonostante le spiccate individualità presenti, vedi ad esempio Osimhen e Kvaratskhelia.
D’altro canto il Napoli dei primi due Scudetti aveva un trascinatore, probabilmente il migliore di sempre: Diego Armando Maradona. Nei momenti di difficoltà tutta la squadra faceva affidamento su di lui e questo, come raccontato dal suo ex compagno, anche lui grande protagonista di quel Napoli, Alessandro Renica, non accadeva solo in campo.
Renica ricorda Maradona e sottolinea un gesto bellissimo, in un momento difficile
Alessandro Renica, difensore titolare del Napoli del primo Scudetto, ha ricordato Maradona ai microfoni di NapoliToday, sottolineando l’aspetto umano di Diego, sempre pronto ad aiutare i suoi compagni anche al di fuori del terreno di gioco. Il racconto di Renica riguarda la figlia che ha avuto, Federica, e la sua gemella Veronica che invece non superò il parto. Era il 1996, le gemelle nacquero prematuramente, di 28 settimane.
“Qualche giorno – il racconto dell’ex difensore dei partenopei – dopo io nello sconforto più totale e pieno di tranquillanti ricevo una telefonata di Diego”.
Il racconto di Renica sulla telefonata con Maradona prosegue: “Mi dice delle parole così belle che mi risollevano, mi danno forza e coraggio e speranza: ‘Da oggi in poi pregherò per tua figlia Federica (anche lei era in pericolo di vita, ndr) tutti i giorni e vedrai che andrà tutto bene'”.
Un gesto che ha toccato il cuore di Renica che ancora oggi lo ricorda e difende il ‘suo’ capitano: “Come al solito ha avuto ragione. Poi qualcuno si chiede perché lo amavamo. Diego non si tocca – la conclusione di Renica – non ve lo permetterò“.
L’ex compagno di squadra, quindi, non solo ha elogiato l’innegabile talento calcistico, ma anche l’estrema umanità di Maradona. Tutto ciò in seguito alle accuse mosse al Pibe de Oro dopo la sua morte, da chi ha criticato alcune sue scelte di vita e condotte.