“In campo la vita sparisce” un racconto sul più grande di tutti: Diego Armando Maradona

“Ma sta morendo”

“Ma è Maradona”

“Anche Maradona muore”

Jorge è stupito dal suono della sua ultima frase. Non aveva mai pensato che Maradona potesse morire. Nessuno ci aveva mai pensato.

Comincia con questo dialogo tra Jorge Romero, giovane medico uruguaiano, e Guillermo Coppola a Punta del Este in Uruguay nel gennaio del 2000 durante una delle tante partite tra Diego e la morte il libro di Loris Caruso “In campo la vita sparisce” Ed. Castelvecchi.

Un libro che racconta in tutto e per tutto il Pibe de Oro mescolando nella giusta maniera fatti realmente accaduti con elementi romanzati che rendono lo scritto scorrevole e appassionante.

Si parte con il Diego bambino a Villa Fiorito dove vive con i genitori, Diego Maradona Senior detto “Chitoro” e Dalma Salvadora Franco ma per tutti Donna Tota, e le due sorelle. Il pallone come amico fedele in una giungla dove sopravvivere è l’obiettivo di ogni giorno. Le prime sfide sul rettangolo di gioco, le sfide nel quartiere e quei primi “trofei di latta” portati a casa. Proprio durante una di queste sfide viene notato dai dirigenti dell’Argentina Juniors che non hanno alcun dubbio “Questo ragazzo diventerà un fenomeno”. Parte così l’ascesa nell’olimpo del calcio mondiale per Maradona con l’esperienza nelle Cebollitas, le giovanili del club, fino alla firma del contratto con la prima squadra e l’addio definitivo a Villa Fiorito e alla povertà.

Ad intervallare il racconto del Diego calciatore ci sono i momenti di paura vissuti per la sua vita. Da quello in Uruguay nel 2000, Cuba nel 2004, Buenos Aires nel 2007 e Culiàcan nel 2017.

Il libro affronta tutta la storia calcistica di Diego in patria, in Europa e con la maglia dell’albiceleste. L’arrivo a Barcellona e la storia di odio e amore con i blaugrana. L’infortunio e la paura di non poter mai più tornare ad essere lo stesso. Il dolore per la mancata convocazione ai Mondiali di casa del 1978 fino a quel Mondiale di USA 94 che mette il punto definitivo alla sua carriera sportiva. In mezzo il clamoroso successo in Messico nel 1986. Poi il trasferimento a Napoli e l’inizio di una parabola ascendente che lo porterà a diventare l’idolo indiscusso del popolo napoletano e non solo. Quella Napoli croce e delizia che lo ama fino a concedergli tutto e il contrario di tutto. Che lo imprigiona nella sua casa in Via Scipione Capece e che lo osanna al San Paolo e negli stadi di tutta Italia ed Europa.

L’autore, inoltre, riesce tra le righe del suo libro a raccontare in maniera impeccabile il lato umano di Diego. Un Maradona sempre disponibile con tutti, molte volte anche troppo disponibile. Sempre pronto a prendere le difese dei propri compagni e a rivendicarne i diritti. Attorniato, però, da tante persone che fanno finta di volergli bene ma che lo sfruttano solo per godere dei suoi soldi. La droga, le donne un connubio che porta Diego su e giù dall’inferno e che lo rende irascibile e incontentabile.

Molto particolare anche il racconto del rapporto tra Diego e i suoi genitori. Un rapporto che va al di là di un classico rapporto tra genitori e figlio. Una devozione totale nei confronti di Chitoro e della Tota che lo hanno accompagnato fino alla fine dei loro giorni in ogni avventura cercando di proteggerlo.

E poi quel rapporto sovraumano con le sue origini indie e la devozione alla Nostra Signora di Lujàn che hanno camminato con lui ogni qualvolta chiudeva gli occhi.

Se ancora avevate qualche dubbio sulla grandiosità di D10S queste pagine ve lo cancelleranno definitivamente.

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