L’ex allenatore del Napoli Luciano Spalletti è il favorito a divenire il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana
Dopo le dimissioni dal ruolo di ct della Nazionale da parte di Roberto Mancini, la FIGC si è ritrovata costretta a cercare un sostituto al più presto, in quanto mancano solo 25 giorni ai prossimi appuntamento validi per la qualificazione a EURO 2024, quando gli azzurri affronteranno Macedonia del Nord e Ucraina.
I nomi sul tavolo sono principalmente due: Antonio Conte e Luciano Spalletti. Tuttavia, sembra esser tramontata la pista che porta al ritorno dell’ex allenatore della Juve. Dunque, ad oggi, in pole position c’è l’ex allenatore del Napoli, campione d’Italia in carica.
Questo post in breve
Stando a quanto riportato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Spalletti è ancora legato al Napoli da una penale, imposta nel momento in cui il tecnico di Certaldo ha lasciato il Napoli, dal valore di 2 milioni e 625 mila euro. Il quotidiano spiega che la penale è calibrata come spiegato di seguito: 3 milioni all’atto delle firme, e quota di 250 mila euro a scalare ogni mese, fino ad estinguersi il prossimo 30 giugno.
Di seguito una spiegazione più dettagliata dell’avvocato Mattia Grassani, che varie volte ha assistito il Napoli:
“La clausola aveva lo scopo di ristorare il Napoli qualora Spalletti non avesse mantenuto la promessa di fermarsi per un anno e nella prospettiva che ci fosse una società concorrente. Nessuno pensava a una federazione… Se ci fosse stata un’altra società sarebbe stato tutto più naturale, anche perché ci sono stati già casi in passato. Ma mai con una federazione. E’ l’atipicità di questa situazione, la scomodità”.
Ed è proprio su questa atipicità che avrebbe intenzione di far leva il presidente Gabriele Gravina. Confortato da alcuni pareri legali porterebbe avanti la seguente tesi: l’Italia non è un club, non giocherà contro il Napoli, perciò viene meno il regime di «concorrenzialità» e quindi il senso stesso della clausola. Tuttavia, secondo l’avvocato Grassani la clausola prescinde dallo status di concorrente.
“Dunque, se Spalletti torna in panchina e non rispetta l’anno di stop concordato, infrange comunque la clausola e quindi deve pagare la penale. E la deve pagare lui e nessun altro. Altro punto chiave: il contenzioso non è tra il Napoli e la Federcalcio, tra De Laurentiis e Gravina, ma tra De Laurentiis e Spalletti”- spiega il quotidiano.
Dovesse continuare il muro contro muro tra le parti, sarà poi necessario ricorrere all’intervento del tribunale. La strategia della FIGC sarebbe poi quella di puntare su una clausola di riservatezza, che il Napoli avrebbe violato. Il fatto che il tecnico campione d’Italia non stia lavorando e che questa clausola gli impedisca di rispondere ad un’eventuale offerta lavorativa, potrebbe giocare a favore della Federazione dinanzi al giudice.
Articolo modificato 16 Ago 2023 - 15:04