Le prime parole di Luciano Spalletti da Commissario Tecnico della Nazionale, con spazio a qualche dichiarazione anche sul Napoli.
Il giorno tanto atteso è arrivato, con la conferenza stampa di presentazione di Luciano Spalletti avvenuta in quel di Coverciano. Dopo aver diramato le proprie prime convocazioni ufficiali, l’ex allenatore del Napoli si è infatti presentato alla stampa come nuovo Commissario Tecnico della Nazionale italiana tramite consueta conferenza. Tante le domande poste al mister di Certaldo, che hanno lasciato spazio anche a qualche piccola dichiarazione in merito all’avventura partenopea da poco terminata.
Questo post in breve
Ad aprire la conferenza ci ha pensato il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Quest’ultimo ha dunque provveduto a raccontare alla stampa le emozioni vissute nei giorni di trattativa con Spalletti, lanciando una frecciatina non troppo velata anche al presidente azzurro Aurelio De Laurentiis:
“Inizia un nuovo capitolo della nostra storia, inizia un nuovo capitolo di un libro inedito. In pochi giorni abbiamo dovuto rimediare ad una crisi importante, imprevista senza precedenti, che abbiamo affrontato con silenzio e con lo stile degno della maglia azzurra, a cui va sempre data priorità”.
“C’è un pizzico di delusione che ti rimane dentro e tende ad esaurire le nostre energie, ma dentro di noi rimane anche la nostra reazione composta“, ha infine dichiarato Gravina prima di lasciare la parola al nuovo CT.
Dopo la lunga introduzione da parte di Gravina, ecco arrivare le prime parole di Luciano Spalletti da commissario tecnico della Nazionale Italiana. Prima delle domande dalla stampa è infatti arrivato un primo pensiero tricolore da parte del mister di Certaldo:
“Essere qui alla conferenza stampa della mia presentazione come CT della Nazionale è un’emozione indescrivibile. Un sogno che parte lontano da me: era il mondiale del ’70 e andai a chieedere a mia mamma a farmi una bandiera enorme per festeggiare quel 4-3 contro la Germania. questa bandiera dell’Italia la riporterà quando vado in panchina e spero di farmi nascere quel sogno di poter portare questa bandiera in tutte le migliaia di bambini che sono a guardare la Nazionale”.
Poi, come prevedibile, non ha tardato ad arrivare la prima domanda inerente al Napoli ed alla famosa clausola, cui Spalletti ha risposto con la solita verve:
“Napoli è stata un’esperienza bellissima. La città, la squadra e i tifosi sono stati un qualcosa di travolgente forse più di quello che qualcuno possa aspettarsi, ho un ricordo bellissimo. Per quanto riguarda la clausola, niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta, in questo senso ci sono però delle cose che dobbiamo mettere a posto dove stanno lavorando gli avvocati. Spero che si possa arrivare alla miglior soluzione per tutte le parti”.
Felicità. Questa la parola fondamentale usata quindi da Spalletti per descrivere quel che sarà la sua esperienza in azzurro. Felicità che il mister ha esplicato facendo anche l’esempio di Napoli, dei napoletani e dell’incredibile cavalcata Scudetto vissuta alla guida dei partenopei, chiudendo dunque in grande stile il discorso sulla squadra campana.
Spalletti ha poi spiegato a suo modo quali saranno i propri criteri di scelta, giustificando anche la vociferata e discussa mancata convocazione per Verratti e Jorginho:
“Il mio criterio di scelta si baserà sul comportamento che si ha all’interno e sul campo, non nel nome che si porta sulla maglia. Mi dispiacerà senz’altro lasciare in panchina, in tribuna o addirittura a casa alcuni calciatori, ma andranno premiati quelli più in forma a seconda del periodo. Un giocatore che a dicembre salta 3 partite può essere un vantaggio per noi, che lo troveremo più fresco in ritiro, ma un calciatore che a inizio stagione salta le prime 3 partite è un altro discorso. Vuol dire che c’è assenza di preparazione alle spalle, ed è questo il motivo per cui profili come Verratti e Jorginho sono rimasti a casa”.
Segnale deciso poi di Spalletti in merito ad una domanda posta dalla stampa. “Eredita la Nazionale Campione d’Europa in carica o la Nazionale che ha fallito l’ingresso al Mondiale?”:
“Non eredito i risultati bensì l’essenza della Nazionale. Mancini mi ha lasciato la Nazionale Campione d’Europa nonché una squadra che ha il record di partite consecutive vinte, ben 37. Insieme si cercherà quindi di fare giustizia ai risultati maturati da chi prima di me ha ricoperto questo incarico cercando di accantonare quanto prima parentesi buie come i mancati approdi al Mondiale. La mia idea è quella di far giocare la Nazionale come una squadra forte, decisa e che possa mettere in difficoltà qualsiasi avversario”.
Spalletti ha quindi continuato il proprio discorso improntandolo sulla responsabilità, che ogni membro della Nazionale deve avere. “Senza responsabilità io non vivo bene“, le parole del tecnico, che ha dunque dichiarato di voler vedere espresso lo stesso da propri calciatori. L’ex Napoli ha quindi dichiarato che la sua Nazionale non avrà bisogno di un solo leader, bensì di tante figure pronte ad aiutarsi l’un l’altro e pronte a creare un gruppo unito e compatto.
I toni della conferenza si sono quindi spostati sul modulo che il tecnico utilizzerà, con qualche anticipazione rivelata da Spalletti:
“Due cose contano nel calcio: la pressione e la costruzione. Tutto il resto viene di conseguenza. Se si pressa bene si ritorna prima in possesso della palla e se la palla la si gestisce bene si porta l’avversario dove si vuole. Io voglio una Nazionale che sappia girare palla. Giocheremo a 4, ma per me non c’è differenza fra chi nei club gioca a 3 o a 4. Ovviamente valuterò entrambi i profili in merito a ciò che dimostrano sul campo”.
Parole a miele da parte di Spalletti anche sul possibile regista, dispensando complimenti per Locatelli, Cristante e Barella. Piccolo spoiler dunque sui calciatori che potrebbero rivelarsi fondamentali per il gioco del mister, basandosi sull’importanza assunta da Lobotka nel Napoli sempre sotto la gestione Spalletti.
Difficile poi ignorare l’elefante nella stanza, aprendo dunque il discorso sul centravanti. Queste le dichiarazioni del mister sul ruolo più discusso in Italia:
“In Italia ci sono tanti profili che possono ricoprire il ruolo di centravanti. Non ho chiamato Kean e Scamacca a causa dello scarso minutaggio, ma andrò ben presto a conoscere i tre attaccanti che ho convocato. Cercherò risposte dal campo, perché è chiaro che c’è il profilo con caratteristiche più fisiche o il Raspadori di turno che invece è più partecipe al gioco di squadra. Vedremo nei prossimi allenamenti, ma io mi fido sia di me stesso che di loro”.
Articolo modificato 2 Set 2023 - 21:02