Una serata amara quella del Maradona, la Lazio vince, ma soprattutto domina i secondi 45 minuti contro un Napoli irriconoscibile.
Un primo tempo che lasciava ben presagire, già, perché come sottolinea il Corriere dello Sport stamane, sono i Campioni d’Italia in carica a chiudere la prima frazione con qualche rimpianto.
Tanto possesso palla, pressione alta e svariate occasioni, la prima dopo soli 3 minuti sul destro di Kvara, frenato unicamente dalla deviazione di Marusic.
Reazione vera, poi il nulla
Nonostante il buon avvio, il team di Rudi Garcia va sotto, ma nel giro di 137 secondi la pareggia con Piotr Zielinski, forse il migliore in campo assoluto tra le fila del Napoli.
Insomma, un andamento di gara e un avvenimento che avrebbero potuto totalmente modificare l’inerzia del match, invece, è avvenuto esattamente l’opposto.
Sarri e i suoi ragazzi infatti assumono sempre più consapevolezza di poter far male ad Osimhen e compagni, affidandosi soprattutto ai propri uomini migliori, quelli in gran spolvero: Luis Alberto e Felipe Anderson su tutti.
Già, perché il goal dell’1-2 lo sigla Kamada, ma è l’accelerazione improvvisa del brasiliano, seguita dal velo poetico del “Mago” spagnolo a spaccare la partita.
Da quel momento in poi, complici scelte che probabilmente Garcia non rifarebbe, il Napoli va totalmente nel pallone: Kvara e Zielinski out, catene rivoluzionate ma soprattutto reparti totalmente sfilacciati.
Solamente il VAR evita un passivo che sarebbe potuto essere maggiore, concedendo al Napoli al 50esimo minuto addirittura la possibilità di pareggiarla su calcio d’angolo.
Ci sarà tanto da lavorare, con una sosta che paradossalmente è capitata proprio a pennello, in modo da preparare nel migliore dei modi l’insidiosa trasferta di Genova.