Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha analizzato il momento del Napoli nel suo editoriale facendo un riferimento a Conte.
Il giornalista e direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, si è soffermato – nell’editoriale odierna pubblicato sul quotidiano dedicato al Napoli – nello specifico sulla scelta di Rudi Garcia, giustificando in parte le difficoltà incontrate dal francese, chiamato all’arduo compito di non far rimpiangere Spalletti, quello che resta il tecnico in grado di riportare lo scudetto all’ombra del Vesuvio dopo ben 33 anni.
Conte era l’uomo giusto per il post Spalletti
Un compito arduo quello di Garcia, un compito che avrebbe messo in difficoltà la stragrande maggioranza degli allenatori, almeno secondo Zazzaroni:
“La verità è che chiunque fosse arrivato dopo Spalletti, l’allenatore dello scudetto napoletano più atteso di sempre, si sarebbe ritrovato nella stessa situazione” – esordisce così il giornalista, specificando come per lui solamente un uomo sarebbe stato in grado di aggirare tali pressioni, una vecchia conoscenza della Serie A, Antonio Conte: “Forse soltanto Antonio Conte, tra i praticabili in estate, avrebbe potuto vincerli, i pregiudizi, agitando lo scudo dei crediti accumulati in carriera”.
L’editoriale, si è poi concluso con una riflessione sulla “crisi” che, secondo gli addetti ai lavori, starebbe attraversando il Napoli:
“Fin troppo scontato, dunque, che siano bastati un mese, una sconfitta in casa e un pareggio fuori per vedere di nuovo la parola crisi associata al Napoli, anche se di crisi non si deve parlare”.
Dunque, per Zazzaroni, Antonio Conte sarebbe stato l’allenatore giusto per il Napoli o, quanto meno, uno dei pochi disponibili a non soffrire il peso dello scudetto vinto da Luciano Spalletti. Un discorso, quello della pressione, che forse De Laurentiis e lo stesso Rudi Garcia hanno leggermente sottovalutato.
Antonio Conte ha vinto ovunque è andato, ma l’ha fatto con un’identità di gioco ben definita. Il tecnico salentino nel corso della sua carriera si è affidato sempre al 3-5-2, con due esterni che coprivano le fasce a tutto campo. Oltre ad un ingaggio fuori dai parametri societari, questo potrebbe essere uno dei motivi che potrebbe aver spinto Aurelio De Laurentiis a non affondare il colpo.
Il Napoli, infatti, gioca da quasi 5 anni con il 4-3-3, modulo che ha dato grandi soddisfazioni ai tifosi. Cambiare radicalmente idea di gioco e soprattutto dover adattare giocatori in posizioni che non competono sarebbe stato un rischio troppo grande per il Napoli.