L’analisi della tanto discussa fase difensiva adottata dagli azzurri nel finale di Braga-Napoli, con più di qualche analogia con il City di Guardiola.
Nonostante sia terminata da qualche giorno nonché con un risultato favorevole agli azzurri, Braga-Napoli continua a far discutere numerosi tifosi all’ombra del Vesuvio. Questo, a causa delle troppe occasioni sprecate ancora una volta dai partenopei, cui gioco non si è rivelato eccelso neppure contro il modesto club portoghese. Come non parlare poi della consueta difesa ballerina, orfana di Rrahmani per infortunio e spesso bucata dalle ripartenze dei vari Bruma o Ricardo Horta.
Ciliegina sulla torna, gli ultimi 5 minuti del match, in cui il Napoli ha adottato un discutibile modulo 6-3-1 in fase di non possesso dopo l’ingresso in campo del debuttante Natan, riuscendo lo stesso a concedere due pericolose occasioni al Braga (cui sogno del secondo pareggio si è stampato sul palo). Eppure, tale soluzione potrebbe essere meno scellerata del previsto, dato che addirittura il Manchester City di Guardiola ha più volte adottato uno schema simile nelle proprie gare di Premier League.
Garcia come Guardiola, la difesa del City ricorda quella del Napoli
Negli occhi dei tifosi azzurri vi è ancora presente la tattica difensiva attuata dagli azzurri nel finale dell’incontro con il Braga. Negli ultimi giri 5 giri d’orologio infatti, la squadra di Garcia ha infatti disposto una linea di difesa a 6 uomini, con Di Lorenzo, Ostigard, Natan, Juan Jesus, Olivera ed Elmas schierati in ordine d’innanzi alla propria aria di rigore. D’innanzi a loro, Lobotka, Anguissa e Raspadori a centrocampo nonché Osimhen unico uomo d’attacco. Una scelta alquanto scellerata agli occhi dei più, se paragonato al gioco intravisto sotto la guida Spalletti, eppure portata in campo anche da uno dei migliori allenatori della storia come Pep Guardiola.
Il tecnico spagnolo è stati infatti protagonista di una disposizione simile in diverse gare di Premier League, con il match fra City e Newcastle dello scorso anno prova lampante di ciò. In quell’occasione, i citizens mutarono il proprio modulo in un ultra difensivo 5-4-1 per sopperire alla pressione magpies. A comporre tale schema, un Rodri arretrato sulla linea difensiva assieme ad Akanji, Ruben Dias, Aké e Foden che, per marcare al meglio gli esterni avversari, invertì il proprio ruolo con Kyle Walker. Oltre a quest’ultimo, sulla linea di centrocampo comparivano quindi De Bruyne, Gundogan e Grealish, con Haaland unico uomo smarcato e lontano dalla propria area di rigore.
Uno schema molto simile a quanto messo in atto da Garcia, con una piccola differenza. Al contrario di Elmas infatti, Grealish rimase sulla linea dei 4 “centrocampisti” piuttosto che arretrare in difesa, lasciando dunque scoperta una sanguinosa zona di campo che avrebbe potuto portare ad un insidioso passaggio alle spalle di Aké. Cosa che non sarebbe invece potuta accadere al Napoli, ben schierato ed abile a chiudere tutti gli spazi. Dimostrazione, questa, che difesa non è obbligatoriamente sinonimo di inferiorità.